Tiziano Renzi e Laura Bovoli stavano cercando di “abbandonare” la Marmodiv, una delle società cui la Eventi 6 affidava la distribuzione di volantini per conto di Esselunga e Coop. E’ questo uno dei motivi principali che hanno spinto il gip di Firenze a chiedere gli arresti domiciliari per i genitori dell’ex premier Matteo Renzi a cui sono stati contestati i reati di bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false.
Nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari i genitori dell’ex premier e l’imprenditore ligure Mariano Massone – padre di Mariano e già indagato in un’altra inchiesta a Genova su una presunta bancarotta fraudolenta che avrebbe coinvolto Tiziano Renzi – sono indagate altre cinque persone. Si tratta degli ex amministratori di fatto e componenti del Cda della Delivery Service Italia società cooperativa, dichiarata fallita con sentenza del tribunale di Firenze del 17 giugno 2015. Agli otto indagati viene contestato di “aver cagionato il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell’aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, così determinando o, comunque, aggravando il dissesto”. Tra gli indagati anche Roberto Bargilli, ex autista del camper di Matteo Renzi al tempo della campagna per le primarie 2012.
Il dispositivo del gip mette in evidenza il business legato alla distruzione dei volantini non consegnati e provenienti dalle aziende della grande distribuzione, su cui verte, tra i vari aspetti, il processo al via il prossimo 4 marzo. In sostanza, secondo gli inquirenti, creando una differenza enorme tra i volantini stampati e quelli effettivamente distribuiti, alla società controllata dai coniugi Renzi era possibile scaricare vari costi sul lavoro ed elaborare false fatturazioni. La ‘Eventi6′, la societa’ che da sempre si e’ occupata di distribuzione di materiale pubblicitario, veniva amministrata, sempre per l’accusa, in modo da poter avere a disposizione manodopera senza essere gravata di oneri previdenziali ed erariali, e i coniugi Renzi hanno costituito le cooperative ‘Delivery Service’, ‘Europe Service’ e Marmovid, pronti ad abbandonarle non appena entravano in difficolta’ economiche. Il tutto, prosegue il giudice, accompagnato dalla circostanza che Tiziano Renzi e Laura Bovoli rivestivano ruoli di amministratori di fatto, ma agendo tramite uomini di fiducia. Per il giudice, c’e’ anche il rischio di una reiterazione dei reati con condotte che potrebbero portare ad accertamenti ben piu’ difficili per la giustizia.
“Attualmente – scrive il gip – è in corso di compimento, da parte di Renzi Tiziano e Bovoli Laura, la fase dell’abbandono della Marmodiv ed è verosimile ritenere che, ove non si intervenga con l’adozione delle richieste misure cautelari, essi proseguiranno nell’utilizzo di tale modus operandi criminogeno, coinvolgendo altre cooperative, risulta poi pendente la richiesta di fallimento della Marmodiv avanzata dal P.M.”, in riferimento all’istanza di fallimento presentata recentemente da Marmodiv. “Le indagini svolte consentono di affermare che gli amministratori della Cooperativa, ovviamente con il consenso degli amministratori della Eventi6 (considerate che entrambe sono riferibili a Bovoli Laura e Renzi Tiziano), hanno sistematicamente destinato, fin dall’origine, al macero una parte del materiale pubblicitario affidatole per la distribuzione”, scrive ancora il gip.
La coppia, residente a Rignano sull’Arno, ha subìto la misura restrittiva eseguita dalla Guardia di Finanza di Firenze, su ordinanza del gip verso le 18.50. Salta così all’ultimo momento la presentazione del libro di Matteo Renzi a Torino, al Circolo della Stampa, dove ieri era atteso alle 21. L’ex premier aveva appena tenuto una presentazione del libro a Nichelino alle porte di Torino, ma, sentita la notizia degli arresti dei suoi genitori, l’ex premier è ripartito urgentemente per Firenze. “Oggi (ndr), casualmente proprio oggi (ieri, ndr)”. Con un inciso nel suo post su Facebook, l’ex premier, fa notare la coincidenza tra la decisione di disporre i domiciliari per i suoi genitori e le ore in cui si attendono i risultati della consultazione su Rousseau tra gli iscritti M5s, per decidere il voto dei senatori Cinque Stelle sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
“Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no. Da rappresentante delle Istituzioni difendo lo Stato di diritto e chiedo a tutti di credere nella giustizia. Da figlio sono dispiaciuto per aver costretto la mia famiglia e le persone che mi hanno messo al mondo a vivere questa umiliazione immeritata e ingiustificata”, prosegue Renzi. Tuttavia, “ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge. Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato”. L’ex premier è convinto che “se non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione. Ma voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale. Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona”.
“Mi sento responsabile per il dolore dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei figli e dei miei nipoti – dice ancora Renzi -. I dieci nipoti sanno però chi sono i loro nonni. Sanno che possono fidarsi di loro. E sanno che ciò che sta avvenendo è profondamente ingiusto”, prosegue Renzi, che tuttavia aggiunge: “Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta”. “Come si può tenere ai domiciliari due persone incensurate di 70 anni? – dice invece Federico Bagattini, legale di Tiziano Renzi -. Ho letto l’ordinanza, non mi convince per nulla”. “Tiziano – aggiunge Bagattini- è incredulo e sconcertato. Le cifre contestate sono modeste, le false fatturazioni sono qualche decina di migliaia di euro e le bancarotte sono relative a qualche autoveicolo di scarsissimo valore commerciale”.