Banche, avere i soldi qui ti fa dormire sonni sereni: sono le più solide d’Italia | In vetta ce ne sono solo 3
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Banche - (pexels) - ilFogliettone.it
I tuoi soldi non sono al sicuro in qualsiasi istituto bancario, ce ne sono alcuni più solidi che tutelano di più i tuoi risparmi
La Banca Centrale Europea (Bce) ha confermato che gli istituti di credito dell’Eurozona escono dalla fase di tassi elevati con bilanci solidi e prestiti di qualità. Tuttavia, il contesto economico del 2025 presenta diverse incognite, spingendo l’istituto a mantenere alta la vigilanza. Proprio per questo motivo, la Bce ha deciso di aumentare leggermente i requisiti patrimoniali, così da garantire maggiore stabilità nel lungo periodo. Tra i fattori di rischio più rilevanti figurano l’instabilità geopolitica, l’andamento del commercio globale e le difficoltà nel settore immobiliare commerciale.
La Bce valuta la solidità degli istituti bancari attraverso il Pillar 2 Requirement (P2R), un requisito patrimoniale aggiuntivo che si somma a quello minimo previsto dal primo pilastro. Questo parametro è giuridicamente vincolante e rappresenta un indicatore fondamentale per la stabilità delle banche: un valore basso del P2R indica maggiore solidità finanziaria, poiché la banca deve mantenere un livello inferiore di capitale supplementare per affrontare i rischi. Il report della Bce evidenzia inoltre le banche più affidabili, distinguendole in base a questo indice.
Tra le banche italiane, Credem si conferma per il quinto anno consecutivo tra gli istituti più solidi, con un P2R pari all’1%, il più basso nel panorama bancario europeo. Seguono Intesa Sanpaolo e Banca Mediolanum, entrambe con un valore di 1,5%, mentre Mediobanca si posiziona al 16° posto in Europa con un 1,75%. Più in basso troviamo Unicredit e Fineco (2%), mentre altre banche italiane, come Banco BPM, Bper, Mps, Iccrea e Banca Popolare di Sondrio, registrano valori superiori al 2%, segnalando una minore solidità rispetto ai leader del settore.
Un altro dato emerso dal report della Bce riguarda la crescita dei pagamenti digitali nell’Eurozona, anche se a un ritmo più contenuto rispetto al boom post-pandemia. Oggi, quasi la metà delle transazioni nei negozi (48%) viene effettuata con carte o app, segno di una maggiore abitudine all’uso di strumenti digitali. In Italia, la percentuale si attesta intorno al 38%, con un calo dell’utilizzo del contante del 9% negli ultimi due anni.
Il ruolo del contante nell’economia europea
Nonostante la diffusione dei pagamenti elettronici, il contante continua a essere un’opzione importante per molti cittadini europei. Secondo il sondaggio della Bce, il 62% degli intervistati ritiene essenziale poter utilizzare i contanti, mentre il 55% preferisce pagare con la carta nei negozi fisici. La Bce ha ribadito il suo impegno a tutelare la libertà di scelta dei consumatori, garantendo sia la possibilità di pagare in digitale sia l’uso del contante, anche attraverso lo sviluppo dell’euro digitale.
Nonostante la solidità del sistema bancario europeo, il 2025 si prospetta un anno complesso, con diversi fattori di rischio da monitorare. Il possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha già generato incertezza sui mercati finanziari, mentre la guerra in Ucraina e le tensioni commerciali globali potrebbero aggravare l’instabilità economica. Inoltre, il settore immobiliare commerciale rappresenta un punto critico per l’11% delle banche europee, che potrebbero subire un deterioramento della qualità del credito.
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Il ruolo delle criptovalute nel sistema finanziario
Un altro tema di discussione riguarda l’inserimento delle criptovalute nelle riserve della Federal Reserve, un’ipotesi avanzata dal possibile nuovo governo statunitense. Finora, l’approccio dei paesi del G20 è stato molto prudente, a causa dei rischi elevati legati alla volatilità del settore. Tuttavia, il dibattito è aperto e la Bce sta monitorando attentamente gli sviluppi per valutare eventuali impatti sul sistema finanziario europeo.
Di fronte a queste incertezze, la Bce ha promesso una gestione proattiva del rischio, aumentando la vigilanza sugli istituti di credito per prevenire eventuali crisi. Nonostante i crediti deteriorati siano ai minimi storici, il contesto economico in evoluzione richiede misure di prudenza. La banca centrale continuerà a monitorare attentamente i mercati, con l’obiettivo di garantire stabilità finanziaria e crescita sostenibile nell’Eurozona.