La soluzione per le due banche venete è in dirittura d’arrivo. Una soluzione di sistema che somiglia solo in parte a quella della scorsa settimana per il Banco Popular spagnolo, acquistato dal Santander per un euro e con l’impegno a una ricapitalizzazione da sette miliardi. Dal ministro Padoan e dalla Commissione europea sono arrivate oggi indicazioni confortanti. Per Bpvi e Veneto Banca “la soluzione è ormai prossima” ha detto il responsabile di Via XX Settembre e “le interlocuzioni con le istituzioni europee sono incoraggianti”. Padoan ha anche ribadito che la soluzione “non contemplerà alcuna forma di bail-in e che obbligazionisti senior e depositanti saranno in ogni caso pienamente garantiti”. Anche da Bruxelles è arrivata la conferma che è ormai imminente lo sblocco della situazione con il via libera al salvataggio. Il servizio del Portavoce della Commissione europea ha confermato, oggi a Bruxelles, le assicurazioni date in una nota stamattina dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, riguardo alla soluzione in vista per le due banche venete in crisi che, con l’accordo di Bruxelles, usando il meccanismo del “burden sharing” non comporterà perdite per i detentori di obbligazioni senior e per i depositanti.
“Riguardo alla situazione della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca – si afferma in una nota del Portavoce -, la Commissione europea, il Meccanismo di vigilanza unica bancaria (l’Ssm, costituito presso la Bce, ndr) e le autorità italiane stanno lavorando fianco a fianco (‘hand-in-hand’, ndr) al fine di raggiungere una soluzione per le due banche in linea con le regole Ue, senza un ‘bail-in’ che coinvolga gli obbligazionisti privilegiati (‘senior bondholders’, ndr). I depositanti – conclude la nota di Bruxelles – saranno pienamente tutelati in ogni caso”. Sul dossier venete ha parlato anche il commissario Ue Valdis Dombrovskis in una conferenza stampa. “Non possono commentare granché su Veneto Banca e Popolare di Vicenza, oltre i commenti già fatti, dato che è un caso su cui si sta lavorando. Posso solo assicurare nuovamente che lavoriamo strettamente con le autorità italiane”. Per il salvataggio delle due banche saranno quindi coinvolti azionisti e obbligazionisti subordinati, mentre non saranno toccati i correntisti e i detentori di obbligazioni senior (quest’ultime ammontano a oltre 13 miliardi di euro per le due venete). Le rassicurazioni di padoan e di Bruxelles hanno comunque alimentato un robusto recupero dei bond senior delle due venete. I bond subordinati dei due istituti ammontano a circa 1,2 miliardi di euro tra strumenti Tier 1 e Tier 2 (Bpvi ha solo Tier2) mentre la quota computabile a capitale è circa la metà. E per queste obbligazioni junior scatterà la conversione obbligatoria. Gli azionisti sono il Fondo Atlante che detiene circa il 99% dei due istituti dopo la ricapitalizzazione da 2,5 miliardi dell’anno scorso, e una successiva iniezione di capitale di 938 milioni.
Sulla soluzione di sistema, lo schema prevede la partecipazione del sistema bancario che dovrà fornire la cifra di circa 1,25 miliardi per poter dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale dello Stato. Ancora tutto da scrivere quote e modalità di partecipazione. Non è detto che l’intervento delle banche sia definito sulla base delle rispettive quote di partecipazione nel fondo interbancario. L’apporto di 1,25 miliardi di capitale privato è tuttavia condizione indispensabile per l’ingresso dello Stato e realizzare la ricapitalizzazione che la Bce ha stimato in 6,4 miliardi di euro. Oggi, intanto, si è riunito il cda di Intesa Sanpaolo. L’esponente del cda Giovanni Costa ha riferito che “il nostro presidente, il nostro amministratore delegato e l’intero Cda stanno seguendo il dossier con attenzione, con competenza e con senso di responsabilità istituzionale”. Quanto ai tempi, Costa ha detto che servirà “il tempo necessario”, mentre non si è sbilanciato sul tipo di soluzione: “Il dossier è aperto”, si è limitato a dire. Nessuna deliberazione sul dossier venete da parte di Intesa. La partita sulle due banche venete è ancora tra le autorità italiane e le istituzioni europee. Anche al cda di Bpvi odierno nessuna delibera. A quanto si apprende l’ad Viola ha informato il cda sulle verifiche in corso ma ancora non ci sono proposte ufficiali. Il cda dell’istituto tuttavia ha recepito positivamente le comunicazioni del ministro Padoan e della Commissione europea.