“Bandi truccati” al comune Siracusa, indagati assessore e dirigente. Crocetta: dissi no 2 volte a Cafeo
POLITICA & AFFARI Al centro dell’inchiesta la gestione degli asili nido. L’ex capogabinetto e’ anche indagato per traffico di influenze illecite “per avere sfruttato le proprie relazioni con il sindaco”
La Procura di Siracusa ha emesso un avviso di garanzia e di conclusioni indagini per turbativa d’asta nei confronti di Giovanni Cafeo, ex capogabinetto del Comune di Siracusa e componente della segreteria regionale del Pd, e Alfredo Foti, assessore ai Lavori pubblici. Al centro dell’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Francesco Paolo Giordano, c’e’ il bando per la gestione degli asili nido. Secondo gli inquirenti, gli indagati “turbavano la gara per l’affidamento della gestione degli asili nido nel comune di Siracusa, in modo da determinare l’esito delle gare”. Agli indagati viene contestato di avere determinato, mediante promesse, l’aggiudicazione di un lotto dell’appalto per la gestione degli asili nido al consorzio Solco. Cafeo, secondo la ricostruzione dei magistrati e dei carabinieri della Procura e’ anche indagato per traffico di influenze illecite “per avere sfruttato le proprie relazioni con il sindaco, di cui era capo di gabinetto, e con il dirigente dei Servizi sociali, al fine di ottenere dagli aggiudicatari della gara sia una percentuale in denaro sia l’assunzione di persone indicate dallo stesso Cafeo”. Determinante ai fini delle indagini e’ stata una registrazione audio in cui un consigliere comunale confidava a una collega le modalita’ utilizzate nell’affidamento del servizio.
Per due volte Giovanni Cafeo, indagato a Siracusa per turbativa d’asta e traffico di influenze illecite nel suo ruolo di ex capo di gabinetto del sindaco Giancarlo Garozzo (rpt ex capo di gabinetto e non assessore), fu a un passo dall’ingresso nel governo di Rosario Crocetta. Due tentativi non riusciti, però, come raccontano le cronache politiche. Ora Crocetta, interpellato dall’ANSA, sostiene che fu proprio lui a opporsi al nome di Cafeo. “Se non avessi tenuto la barra dritta questo governo sarebbe caduto da tempo”, dice. “Mi opposi in modo durissimo – riferisce – La prima volta durante la formazione del governo bis: in quell’occasione fu Davide Faraone a farmi il nome di Cafeo per bilanciare la presenza in giunta di un altro siracusano, ma siccome sapevo dei legami di parentela che aveva con la famiglia Foti, puntai i piedi e alla fine decisi di nominare Maria Rita Sgarlata. Cafeo mi fu riproposto per la seconda volta durante le trattative per il terzo governo, questa volta a farmi il suo nome fu Giancarlo Garozzo, delegato da Faraone alle trattative. Non cedetti e nominai il giovane Gerratana”. Il governatore poi ricorda anche le pressioni per far entrare nel governo il deputato regionale Franco Rinaldi, all’epoca Pd e ora Forza Italia. “Non volli neppure lui – afferma Crocetta – Era espressione di quel mondo della formazione che io volevo rivoluzionare, per cui era incompatibile. Poi Rinaldi fu indagato assieme al cognato Francantonio Genovese nell’inchiesta sui corsi d’oro a Messina”. “Il vero rottamatore in Sicilia sono stato io. Solo io – conclude Crocetta – Mi sono opposto ai gruppi di potere, salvando il governo e il Pd”.