Bangladesh, strage Isis: 9 vittime italiane, altro connazionale irreperibile
TERRORE ISLAMICO Preso d’assalto da un commando jihadista un locale a Dacca: 20 morti a colpi di machete. Mattarella rientra dall’America Latina. Un testimone: “Torturavano chi non sapeva recitare il Corano”. Renzi: “Noi siamo più forti” I NOMI
Almeno 20 vittime, nove italiane. All’unità di Crisi della Farnesina risultano 11 italiani presenti a cena nel locale preso d’assalto ieri da un commando jihadista a Dacca, in Bangladesh. Tra questi, Gianni Boschetti, è riuscito a mettersi in salvo. Un altro connazionale risulta disperso ma l`Unità di Crisi della Farnesina precisa che “non era presente nel ristorante al momento dell’attacco terroristico”. “Il connazionale ha anche contattato i propri familiari”, dice il ministero degli Esteri in un comunicato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di interrompere il suo viaggio in America Latina e di tornare in Italia per partecipare al lutto della Nazione e rendere omaggio alle vittime della strage. La Farnesina informa anche che i connazionali deceduti sono: Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli, e Simona Monti. “Le famiglie sono state avvertite”, ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, secondo il quale, la decima persona tra gli italiani che erano a cena al ristorante di Dacca non risulta ancora dagli accertamenti fatti. “Per ora non risulta tra i cadaveri – ha detto Gentiloni – ci stiamo lavorando e stiamo in contatto con i suoi familiari”.
Tornando alla cronaca, tredici ostaggi sono stati salvati, mentre sei jihadisti sono stati uccisi nel blitz di questa mattina delle teste di cuoio bangladesi. Incubo finito, almeno in parte. Adesso si piangono le vittime e ci si domanda perché sia accaduto tutto questo ancora una volta. Con un’irruzione durata quattro ore le “Forze di azione rapida” del Bangladesh si sono introdotte nel Holey Artisan Bakery in cui un commando dell’Isis ha preso in ostaggio un numero imprecisato di persone tra cui sette italiani. L’assalto armato ha avuto inizio alle 7:40 del mattino (le 3.40 in Italia). Durante il blitz si sono sentiti numerosi spari ed esplosion. Nonostante attualmente ci sia ancora molta confusione sui numeri dell’assalto terroristico, il primo bilancio lo fornisce la premier Sheikh Hasina: “Uno dei terroristi è stato catturato, ferito e portato in ospedale. Altri sei uccisi, ma tra gli ostaggi vi sono vittime. Siamo stati in grado di salvare 13 persone e non abbiamo potuto salvarne altre”.
Il direttore delle operazioni militari dell’Esercito, il generale Nayeem Ashfaq Chowdhury, in un briefing con i giornalisti, ha confermato che tra i 13 ostaggi liberati ci sono un giapponese e due cittadini dello Sri Lanka. Poi ha aggiunto che venti ostaggi sono stati giustiziati dal commando terrorista. L’Isis ha rivendicato l’attentato con un comunicato all’agenzia di stampa Amaq e riportata da Site. Lo Stato Islamico dice di aver ucciso almeno 24 persone di diverse nazionalità. Anche Ansar al-Sharia Bangladesh, organizzazione locale affiliata ad al-Qaeda, aveva rivendicato l’attentato. Fonti locali parlano di esplosioni dall’interno del locale, udite anche dopo il termine del blitz. “Sradicheremo il terrorismo dal Bangladesh”, questa la promessa fatta dalla primo ministro Sheikh Hasina al termine dell’operazione delle forze di sicurezza a Dacca. “E’ stato un atto scellerato. Che razza di musulmani sono, questi? Non hanno alcuna religione”, ha aggiunto. L’esercito fa sapere che i venti civili uccisi dai jihadisti sono tutti stranieri e per la maggior parte italiani e giapponesi, ma dalla Farnesina ancora non arrivano conferme sulla sorte dei nostri connazionali.
“Risparmiato chi era in grado di recitare il Corano, torturati gli ostaggi che invece non lo erano”, spiega Rezaul Karim, il padre di uno degli ostaggi riusciti a sfuggire all’attacco del ristorante di Gulshan, il quartiere dei diplomatici di Dacca, in una intervista al quotidiano Daily Star. Hasnat Karim, la moglie Sharmin, la figlia 13enne Safa, e il figlio di otto anni Rayan, si trovavano al ristorante spagnolo per festeggiare il compleanno di Safa. “Gli assalitori non hanno maltrattato i bengalesi, hanno anche assicurato che fosse servito loro cibo durante l’assedio. Hanno effettuato verifiche sulla religione degli ostaggi chiedendo a tutti di recitare il Corano. Chi è stato in grado di recitare un verso o due è stato risparmiato, gli altri sono stati torturati”, ha ricostruito il padre di Hasnet. Secondo quanto riferito dal generale Nayeem Ashfaq Chowdury, capo delle operazioni militari, l’uccisione degli ostaggi nelle mani dei terroristi asserragliati nel ristorante a Dacca è stata un’esecuzione avvenuta a colpi di armi affilate, probabilmente machete.
I terroristi, hanno preso di mira il bar-ristorante Holey Artisan Bakery nel quartiere diplomatico Gulshan di Dacca, poco distante dall’ambasciata italiana e da dove fu ucciso il cooperatore italiano Cesare Tavella. L’area intorno al locale, molto popolare fra stranieri e diplomatici, è stata recintata da polizia e forze di sicurezza. Tutti i dipendenti dell’ambasciata sono in salvo. Un italiano – che era a cena con il gruppo di 7 imprenditori nelle mani dei terroristi – era in giardino al momento dell’attacco, ed è rimasto nascosto nel giardino fino a quando è stato tratto in salvo. Un altro italiano, un dipendente del locale, è riuscito a fuggire dal tetto subito dopo l’inizio dell’attacco. La Farnesina segue costantemente la situazione. Gli ostaggi italiani sono stati identificati come imprenditori e commercianti del settore dell’abbigliamento, ha precisato l’ambasciatore.
Un commando jihadista aveva assaltato nel pomeriggio di ieri un popolare caffé nella zona diplomatica della capitale Dacca, non lontano dall’ambasciata italiana. Tra gli ostaggi sette italiani. Sono trascorsi momenti di tensione, anche per il rischio di eventuali vittime durante un possibile blitz, tanto che il premier Matteo Renzi è rientrato a Palazzo Chigi per seguire la vicenda, in contatto con la Farnesina. È stato l’ambasciatore italiano a Dacca, Mario Palma, a chiarire al TG1 il numero degli italiani coinvolti dopo che per tutto il pomeriggio e la serata di ieri si erano rincorse voci sul numero e la nazionalità di morti – almeno due tra gli agenti – e decine di feriti, 11 in gravi condizioni. Secondo il diplomatico, da parte degli assalitori “non c’è alcuna volontà di negoziare alcunchè” perché si tratta di una “missione suicida” e “vogliono attuare un’azione molto forte e cruenta in cui non c’è spazio per il negoziato”.
Articolo aggiornato alle 15:55