Dopo l’aggravamento della crisi pandemica in Italia all’inizio del secondo trimestre, con un calo del prodotto “attorno al 10 per cento”, a maggio “sono emersi segnali di recupero, ma la ripresa è graduale”, avverte la Banca d’Italia, che nel suo ultimo bollettino economico prevede un crollo di portata storica sul Pil del 2020: meno 9,5 per cento, dopo un leggero ritocco ulteriormente in peggio rispetto al meno 9,2% indicato nelle previsioni dello scorso 5 giugno. Confermato al più 4,8 per cento il rimbalzo atteso sul 2021 mentre la stima del 2022, più 2,4 per cento è stata limata di un decimale di punto. Si tratta tuttavia di uno scenario “di base”. In un altro quadro più pessimistico, l’eventuale insorgenza di nuovo focolai pandemici di rilievo aggraverebbe le prospettive economiche, fino a causare un calo del Pil del 13% quest’anno, e frenando il rimbalzo del 2021. Al tempo stesso però, secondo l’istituzione il rafforzamento delle politiche espansive e una approvazione del piano di rilancio europeo migliorerebbero le stesse prospettive dell’economia.
L’ammontare di risorse di cui sarà possibile beneficiare con il Recovery fund Ue, sottolinea Bankitalia “dipenderà dalla capacità di proporre e mettere in atto riforme e progetti di investimento validi”. Intanto gli ammortizzatori sociali in Italia hanno protetto i posti di lavoro dall’impatto della crisi. Lo studio rileva infatti che se le ore lavorate hanno subito “una forte contrazione” nel primo trimestre, pari al meno 7,5 per cento, le ricadute sul numero di occupati, calati dello 0,3 per cento, “sono state mitigate sensibilmente dall`eccezionale aumento dell`impiego degli ammortizzatori sociali”. “I dati più recenti – si legge – segnalano un arresto della caduta dell`occupazione e una ripresa della partecipazione al mercato del lavoro”. Al tempo stesso le misure adottate dalla Bce e dal governo “hanno sostenuto il credito alle imprese, che ha accelerato in concomitanza con il forte incremento del fabbisogno di liquidità. E “l`espansione del credito, che ha inizialmente riguardato le società medio-grandi, si è poi estesa alle famiglie produttrici – dice Bankitalia – con la progressiva riduzione dei ritardi nell`implementazione delle misure adottate dall`Esecutivo”.
Il tutto mentre le misure di stimolo messe in campo dalla Bce contro la crisi pandemica hanno ridotto i rischi di una deriva deflazionistica nell’area euro. E a testimoniare la portata di questi interventi vi sono le cifre sugli acquisti di titoli. Guardando alle emissioni di tutta l’area euro, alla fine di giugno il valore di bilancio dei portafogli di titoli privati e pubblici acquistati dall`Eurosistema mediante il primo programma di acquisti (App) era pari, rispettivamente, a 533 e a 2.242 miliardi. Con il nuovo programma di acquisti antipandemico, il Pepp sono stati acquistati titoli privati e pubblici per 355 miliardi di euro. Su questi, alla fine di giugno gli acquisti netti complessivi di titoli pubblici italiani effettuati dalla Bce e l’Eurosistema con i vari programmi in essere ammontavano a 399 miliardi di euro, di cui 359 effettuati dalla Banca d`Italia.