Traffici e investimenti. Un manager della tratta di uomini, feroce e determinato, gia’ noto alle forze dell’ordine anche per l’intenzione dichiarata di volere far saltare una caserma dei carabinieri in provincia di Trapani. Fadhel Moncer “riveste una posizione dominante in seno al sodalizio in quanto, oltre a gestire le risorse logistiche, costituisce il recettore finale dei reinvestimenti dei proventi illeciti percepiti, il cui godimento gli e’ assicurato grazie a intestatari fittizi”.
Lo scrivono i pm di Palermo nel provvedimento di fermo a carico di 14 persone per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina tra la Tunisia e la Sicilia, con il sequestro di un tesoro da 3 milioni di euro riconducibile al boss della tratta, compresi un’azienda agricola, un cantiere nautico e un ristorante di pregio ubicato sul centralissimo lungomare di Mazara del Vallo. Una associazione che vede coinvolti alcuni siciliani, anche e soprattutto per il contrabbando di sigarette, smerciate poi nei mercati popolari del capoluogo siciliano, e non solo. L’operazione – denominata “Barbanera” in riferimento alla folta barba nera del principale fra i 14 destinatari del fermo di indiziato di delitto – prende spunto da indagini avviate negli scorsi mesi.
Nel corso delle indagini il ruolo di ‘capo’ di Moncer, e’ per altro un volto noto alla giustizia italiana, essendo stato condannato condannato dal Gip di Marsala con sentenza divenuta irrevocabile il 9 ottobre 2013 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni. “Era stato dunque sottoposto – scrivono i pm – alla custodia cautelare in carcere dal 27 luglio 2012 al 13 gennaio 2015. Lo stesso era stato anche intercettato mentre progettava un attentato dinamitardo a danno della caserma dei carabinieri di Marsala (poi non consumato in quanto impedito dall’intervenuto arresto in flagranza), mostrando un’allarmante ferocia (‘Faccio saltare la caserma, gia’ sto mettendo da parte, ogni volta, uno-due chili… appena cominciano ad essere cinquanta, cento chili, ti faccio sapere com’e’… ti faccio spostare tutta la caserma a mare… tu dici, arrivo a scoppiare una bomba dietro la caserma dei carabinieri a Marsala, che succede? Sai, gli sbirri scappano da Marsala”).
Non solo. Moncer, in quanto capo e promotore dell’associazione criminale, “provvedeva all’organizzazione sia attivando i suoi contatti in Tunisia per la raccolta dei Migranti intenzionati a raggiungere illegalmente il territorio italiano, sia allestendo sul territorio italiano tutte le risorse necessarie alla realizzazione delle traversate, attivandosi – sostengono i magistrati palermitani per il reclutamento di soggetti incaricati di reperire natanti e motori da utilizzare nei viaggi dalle coste tunisine a quelle italiane”. Fadhel Moncer, vertice indiscusso dell’organizzazione e responsabile delle componenti criminali rispettivamente operanti in Italia e in Tunisia – avrebbe corso dell’ultimo biennio promosso e diretto almeno sette viaggi via mare, traffici di uomini e sigarette, realizzando profitti per centinaia di migliaia di euro e provvedendo al parziale reimpiego delle somme di denaro attraverso ingenti investimenti.