Luca Barbareschi è stato rinviato a giudizio. L’attore, ex deputato e direttore artistico del Teatro Eliseo (e del Piccolo) dal 2015 è accusato di aver esercitato “pressioni illecite” per ottenere dei fondi pubblici per far funzionare lo storico teatro di Via Nazionale dopo averlo restaurato di tasca propria. In una conferenza stampa appositamente convocata, Barbareschi, che è pronto a dare le dimissioni da direttore artistico se il ministero dei Beni Culturali dovesse chiederle, e a chiudere il teatro se non arriveranno gli aiuti statali, ha replicato alle accuse: “Colpevole, perché da 5 anni passo la mia vita ad andare a bussare alle porte dei politici per portare attenzione sulla vita culturale di questo paese”, ha esordito. “Ho messo 7 milioni miei per comprarlo, ci spendo tutti i giorni soldi perché lo stabile ha bisogno di manutenzione e il risultato è che pur avendo pagato un lobbista 50.000 euro nella persona di (Antonio) Iannamorelli di Reti, che è andato dentro il parlamento a occuparsi dei rapporti con i deputati che di loro spontanea volontà, Francesco Boccia, presidente della Commissione bilancio, insieme al Pd e di comune accordo con Forza Italia e Lega, ha fatto una legge che serviva a tenere in piedi l’Eliseo“, ha spiegato.
Barbareschi ricorda che da quando ha preso in mano il teatro che ha celebrato nel 2018 il centenario, ha investito quasi 13 milioni di euro. L’Eliseo riceve attualmente dal Fus (Fondo Unico per lo spettacolo) 400.000 euro circa, ha spese per circa 5 milioni di euro l’anno, mentre con un emendamento alla finanziaria ha ottenuto 8 milioni di euro tra il 2017 e il 2018. Un finanziamento “ad hoc” saltato nel 2019 e il cui ‘rinnovo’ dipende dalla prossima finanziaria. “Quando è arrivato il rinvio a giudizio? Oggi, mentre la legge dell’Eliseo è discussa in Senato. Ma come abbiamo tutti gli orologi allineati in questo paese, manco fossimo la Svizzera”, ha ironizzato. Secondo le accuse del pm, Barbareschi si sarebbe avvalso dell’appoggio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, suocero dell’attore, e di un ex consigliere parlamentare. Nel capo d’imputazione, in particolare, si contesta il “traffico d’influenze illecite”.
“Non c’è nessun traffico, zero, non ho dato soldi a nessuno e non ho ricevuto soldi da nessuno, nessuno ha dato i soldi a nessuno – ha affermato, sottolineando – Oggi il giudice, di cui ho grande stima, ha detto ‘la rinvio a giudizio, perché nel frattempo dobbiamo riguardare tutte le intercettazioni perché non abbiamo capito nulla”. La prima udienza è stata fissata per il 22 aprile prossimo. “L’avviso di garanzia è una fatwa, c’è un primo, secondo e terzo grado di giudizio, vedremo, verrò assolto serenamente, perché male non fare, paura non avere – ha detto, annunciando – Ho già mandato una lettera al Consiglio superiore della magistratura dove faccio causa allo Stato. Farò causa allo Stato per danni, perché il traffico di influenze non esiste”.