Barbareschi: senza fondi del ministero chiudo il teatro Eliseo

16 marzo 2017

Luca Barbareschi è deciso: se il Mibact non darà all’Eliseo i finanziamenti che gli spettano, il teatro chiuderà a fine stagione. L’attore-regista gestisce il celebre teatro romano dal 2015, con un investimento personale iniziale di 5 milioni ma, ha denunciato durante una lunga conferenza stampa, non ha avuto dal Ministero i soldi che sono stati sempre assegnati al teatro, circa 1 milione e mezzo, e oggi riceve finanziamenti molto minori rispetto ad altri teatri italiani, come il Piccolo di Milano o il Teatro di Roma. Il primo, ha sottolineato Barbareschi, dal Ministero riceve 5 milioni, il secondo 1,6, l’Eliseo solo 450mila euro. “Questo è un teatro pubblico-privato, è una specie di strano accrocco, ma questa è la realtà: senza l’apporto dello Stato in quota parte, non potrà mai stare in piedi. Non avendo alternative, io ho detto: faccio questa cosa se voi vi impegnate a darmi gli stessi soldi, perché se non me li date io ogni anno, i 5 milioni li ho persi, ma ogni anno perderò altri 2 milioni e mezzo, 3 milioni, e così è stato. E io ho retto praticamente fino a 20 giorni fa perché aspettavamo quest’emendamento”.

Il ministro Franceschini, dopo l’annuncio di Barbareschi, ha dichiarato che pur conoscendo le difficoltà economiche del teatro, non è “dotato di bacchetta magica” e può operare nell’ambito della legge e delle regole del Fus. Ma Barbareschi ha replicato: “Questa eccellenza, che è il frutto del lavoro di 60 persone, pagate la metà di qualsiasi altra persona in qualsiasi altro teatro, mi si viene a dire “Non ho la bacchetta magica”, io mi offendo un po’. Mi chiedono: ‘Non possiamo prenderli dal Fus’. Ci mancherebbe altro, non voglio togliere un euro al Fus perché sennò tutti i teatranti si storcono. Facciamo dare un emendamento al Mibact direttamente dal Mef, di modo che il ministro abbia nelle sue disponibilità 12 milioni di euro in più. Me ne deve dare 4/5 perché, non avendo avuto le sovvenzioni che l’Eliseo prendeva, sennò chiudiamo, è molto semplice. “Deciderà il ministro cosa fare: decidere di chiudere è una sua scelta, io non posso che subirla: la disponibiltà dei soldi li ha, non me li vuol dare, io non posso obbligarlo, lui ha il diritto di non darmeli, ma non mi dica che ci vuole la bacchetta magica perché è una bugia. “Io, da adesso fino a prima di annunciare la prossima stagione, mi batterò per trovare tutti i soldi privati possibili e immaginabili. Il problema è che non ho l’art bonus, quindi chiedo a uno 100 e gliene faccio pagare 50 di tasse. Però vado avanti, di qui non esco, per una semplice ragione, che le chiese non vanno sfrattate, e questa è una chiesa, e nelle chiese si sta dentro fino a che non ti cacciano. “Far chiudere il teatro Eliseo vuol dire dare una coltellata a Roma”.

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