Ora è lui il super-ricercato, ha 22 anni ed è sfuggito alla morte che ha colto i suoi presunti complici a Cambrils. La polizia spagnola dà la caccia a Younes Abouyaaqoub, che adesso la polizia sospetta possa essere stato l’autista del furgone bianco scagliato due giorni fa contro la folla di passanti e turisti sulla Rambla di Barcellona. Anche lui è di origine marocchina, come la gran parte dei componenti del gruppo che ha condotto l’attacco multiplo. Del diciassettenne Moussa Oukabir, che in precedenza era indicato come il responsabile materiale della strage della capitale catalana in cui sono morte 13 persone e sono rimaste ferite decine di altre provenienti da 34 paesi, è stata confermata la morte nell’altro attacco avvenuto nel resort catalano di Cambrils (un morto), ieri, assieme ad altri quattro altri “sospetti terroristi”. Tra questi altri due erano ricercati in relazione a Barcellona: il diciottenne Said Aallaa, il e Mohamed Hychami (24 anni). Già ieri la polizia catalana aveva spiegato che la figura di Oubakir aveva perso la sua centralità nella ricostruzione dei fatti di Barcellona. Il giornali iberici, tuttavia, riferiscono oggi che le attenzioni degli inquirenti si sono invece concentrate su Abouyaaqoub. Altre quattro persone, tra le quali il fratello di Moussa – Driss – che l’altro ieri sera si era recato alla polizia Ripoll per denunciare il furto dei documenti, usati dal fratello per noleggiare i furgoni usati negli attacchi.
Inoltre c’è anche tra gli arrestati un uomo che era stato ferito mercoledì sera nell’esplosione di una casa ad Alcanar, 200 km a sud di Barcellona. Questa circostanza ha fatto concludere che, in realtà, l’attacco col furgone a Barcellona sia stato solo un ripiego e il gruppo volesse realizzare uno o più attentati esplosivi dalle conseguenze potenzialmente ancor più devastanti. La deflagrazione di Alcanar, in un primo momento, era stata considerata accidentale. Solo in seguito la polizia l’ha collegata ai fatti di Barcellona. Secondo l’ipotesi, gli occupanti della casa avevano molte bombole di gas da utilizzare in un attacco. La polizia ne ha rimosse a decine dalla casa. “Stavano preparando uno o più attacchi a Barcellona e un’esplosione ad Alcanar li ha fermati perché non avevano più il materiale di cui avevano bisogno per commettere l’attacco anche di più vasta portata”, ha spiegato Josep Luis Trapero, capo della polizia catalana. Due dei 12 componenti complessivi della banda sarebbero morti nell’esplosione. I sospetti di Cambrils, dal canto loro, avevano solo armi come coltelli, un’ascia e false cinture esplosive nell’auto. Ieri è stato il giorno del ricordo sulle Ramblas, dove molta gente si è riunita per commemorare le 14 vittime dell’attacco. Ufficialmente è stato dato un nome a sette di loro. Tra i morti anche tre italia italiani: Bruno Gulotta, Luca Russo e l’italo-argentina Carmen Lopardo. Anche tra i feriti ci sono tre italiani. L’opera di identificazione ufficiale procede a rilento mentre restano ancora dei feriti gravi.