Via libera dell’Ufficio di presidenza della Camera alla delibera per la sospensione del vitalizio ai parlamentari condannati. A favore hanno votato Pd, Sel, Scelta civica, Fdi e Lega, mentre hanno lasciato la riunione prima del voto Fi, M5s e Area popolare. Le condanne per le quali dovrebbe essere disposta la sospensione del vitalizio riguardano i reati di mafia, terrorismo e i reati contro la pubblica amministrazione: le condanne devono essere superiori ai due anni. Escluso invece l’abuso di ufficio. Le norme per la cessione dell’erogazione di vitalizi e pensioni a favore dei deputati che abbiano riportato condanne definitive per reati di particolare gravità entreranno in vigore il sessantesimo giorno successivo alla data dell’approvazione della delibera di Montecitorio. L’amministrazione della Camera, sempre entro lo stesso termine, comunica all’Ufficio di Presidenza gli esiti degli accertamenti svolti sulla sussistenza delle condizioni che determinano lo stop al vitalizio. Inoltre, secondo quanto si legge nel testo, la norma non sarà retroattiva e non potrà essere applicata nei casi in cui sia intervenuta la riabilitazione del deputato. Le disposizioni inoltre non si applicano agli assegni e alle pensioni di reversibilità, nel caso il deputato cessato dal mandato sia deceduto prima dell’entrata in vigore della delibera.
“Nonostante la buona volontà dei presidenti del Senato e della Camera, il Parlamento nazionale continua a tergiversare sullo stop dei vitalizi agli ex parlamentari condannati, cercando scorciatoie e confermando così che si vogliono mantenere riserve e privilegi”. E’ il commento del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone che puntella: “Mi chiedo perché l’articolo 28 del codice penale, in tema di interdizione dai pubblici uffici, si applichi solo in Sicilia e non anche nel resto d’Italia”.