L’impasse Brexit è certamente un fattore chiave nella disfatta dei conservatori e dei laburisti britannici alle elezioni di 248 consigli locali sparsi in tutta l’Inghilterra e in Irlanda del Nord, a tutto beneficio dei partiti filo-europei: i liberaldemocratici che segnano il miglior risultato in un quarto di secolo, e i Verdi, più 160 seggi, insieme all’onda dei dei consiglieri indipendenti. In base alle proiezioni della Bbc, se i risultati del voto di ieri fossero replicati in tutta la Gran Bretagna, conservatori e laburisti avrebbero il 28% ciascuno, i liberaldemocratici il 19%, gli altri partiti e gli indipendenti il 25%.
Per Tory e Labour il risultato non è un buon viatico per le europee del prossimo 23 maggio, alle quali dovranno quasi certamente partecipare nonostante la fievole speranza del governo di trovare un accordo per la Brexit entro quella data. I Tories, che per la verità alle ultime consultazioni locali nel 2015 beneficiarono della concomitanza delle politiche, con David Cameron che ottenne una valanga di voti, in base ai risultati di tre quarti dei consigli scrutinati hanno perso 850 seggi e 30 consigli comunali, mentre i liberaldemocratici ne hanno guadagnati 500, i Verdi 160 e gli indipendenti di tutti i colori 300. Male il moribondo partito euroscettico Ukip, meno 80 consiglieri. I laburisti hanno perso 90 voti: se a prima vista la perdita pare tutto sommato modesta, si tratta di una sorpresa molto negativa, rispetto ai sondaggi della vigilia che davano i consiglieri laburisti in aumento di almeno 150.
Se il tonfo dei Tories era in qualche modo atteso dopo il pasticcio sulla Brexit combinato dalla premier Theresa May, che oggi è stata accolta dai militanti del partito in Galles al grido di “dimettiti”, la batosta laburista mette una pietra sulle ambizioni del leader Jeremy Corbyn di vincere le prossime elezioni politiche, magari da convocare in anticipo. May ha detto che i risultati mostrano che gli elettori vogliono che i grandi partiti “realizzino la Brexit” mentre secondo il cancelliere ombra laburista John McDonnell il messaggio degli elettori è “Brexit: risolvetela”. Lo stesso McDonnell ha poi dovuto precisare che con “risolvere” non intendeva stringere un accords con il governo, ma risolvere “in qualunque modo”. Per Sir Vince Cable, il leader liberaldemocratico che aveva promesso di lasciare dopo il voto di ieri, ma a questo punto potrebbe rimanere, il suo partito è “il grande vincitore”.
I laburisti più europeisti hanno rilanciato l’appello, già rimandato questa settimana al mittente da Corbyn, a che il partito faccia propria la richiesta di un secondo referendum sulla Brexit, sottolineando che l’ambiguità sul tema sta costando voti. Alcune personalità laburiste hanno anche criticato personalmente Corbyn, imputandogli il cattivo risultato. Alta la percentuale di schede annullate: su molte gli elettori conservatori hanno sfogato la loro frustrazione per un divorzio dalla Ue promesso e sognato, che continua restare avvolto nell’incertezza.