I danzatori si muovono al ritmo delle pulsazioni di un cuore. L’emozione dell’esterno interagisce con l’interno del momento artistico. La biologia delle emozioni che crea, in un certo senso, le emozioni stesse. Stiamo assistendo all’azione di due ballerini, Roberto Cocconi e Luca Zampar, che è parte del progetto espositivo “Sursum corda” dell’artista vicentina Maria Elisabetta Novello presso la Galleria Fumagalli di Milano. Un momento performativo nel quale si oltrepassano confini e ruoli.
“Io – ci ha detto Novello – mi pongo come pubblico, ma in qualche modo scopro quello che è il mio sentire rispetto alla loro azione, metto in evidenza quello che è il mio stato d’animo, la mia emozione. E si sentirà il battito cardiaco generato da quello che io vedo, dalla suggestione che la loro danza mi dà”. Il ritmo cardiaco diventa dunque ritmo in senso assoluto, la danza – che resta uno straordinario strumento nelle mani dell’arte contemporanea – si sposta sul terreno della relazione percettiva, e dall’ambivalenza semantica dell’atto a cui stiamo assistendo si genera una emozione che è al tempo stesso lucida e distillata. “Più che come artista – ha aggiunto Maria Elisabetta Novello – mi pongo come pubblico, secondo me è proprio il tassello fondamentale per relazionarsi rispetto a un qualcosa che non necessariamente deve essere un’opera d’arte”.
Nella galleria milanese di Annamaria Maggi, avvezza a interessanti progetti di ricerca, è allestita anche la mostra di cui l’azione è stata un elemento: esposti i materiali di lavoro del progetto, le immagini, i tracciati ecografici del cuore, i suoni registrati, i reperti. Che stanno a ricordare sia il lavoro che precede un momento di azione artistica, sia la sempre mutevole forma che il contemporaneo riesce ad assumere, la sua natura profondamente liquida, capace però in un certo senso di modellare il contenitore a propria immagine, e non il contrario. La mostra di Maria Elisabetta Novello resta aperta al pubblico alla Galleria Fumagalli fino al 16 febbraio.