Battute finali la battaglia per la liberazione di Raqqa dall’Isis

Gli uomini del Califfato continuano a usare i civili come scudi umani

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Continua feroce la guerra in Siria. Ripiegando da Raqqa verso le ultime postazioni trincerate ancora nelle loro mani, i miliziani dell’Isis ricorrono sempre più alla pratica di utilizzare i civili assediati come scudi umani sia nel corso dell’infiltrazione sia per tutte le attività necessarie a continuare la battaglia. Famiglie intere si trovano ammassate negli appartamenti dove si sono asserragliati i guerriglieri islamisti e vengono fatte uscire per fare provviste d’acqua. Di fronte all’offensiva delle Forze democratiche siriane, l’alleanza arabo-curda sostenuta dagli Stati Uniti, le ultime sacche di resistenza dell’Isis sono sempre più con le spalle al muro, quotidianamente battute dai raid aerei della coalizione. Tra l’incudine il martello della guerra si trovano le famiglie di Raqqa ancora intrappolate in città, costrette dai mitra spianati a proteggere le sortite dei miliziani assediati. Mentre a migliaia stanno cercando di fuggire dalla località martire nel nord della Siria. “Stavo osservando con il binocolo una famiglia che stava cercando di fuggire” racconta un combattente yazida. “Poi sono stati individuati e colpiti da armi da fuoco. Alcuni erano feriti. Siamo andati a prenderli per portarli al sicuro. Dopo una mezz’ora, è arrivato un secondo gruppo di persone. Alla fine abbiamo scortato 35 persone nelle retrovie”. Raqqa è stata liberata al 90% e a breve dovrebbe partire l’ultima e decisiva offensiva. “Tra tre o quattro giorni dovremmo decidere di scatenare l’ultimo attacco” spiega Rojda Felat, la donna curda che guida l’operazione “Ira dell’Eufrate”. “Stiamo avanzando su due direttrici, da nord e da est. Quando i due fronti si ricongiungeranno saremmo arrivati all’ultima settimana per la liberazione di Raqqa”.