La Banca centrale europea si appresta a varare il suo primo rialzo dei tassi da 11 anni a questa parte. Il Consiglio direttivo si svolgerà tra domani sera, con la cena informale che precede la riunione operativa, e giovedì mattina. Gli orari degli annunci sono stati recentemente modificati: le decisioni di politica monetaria verranno comunicate alle 14 e 15. Mezz`ora dopo, alle 14 e 45 la presidente Christine Lagarde terrà la conferenza stampa esplicativa. I continui aumenti del carovita sono l`elemento maggiormente sotto i riflettori dell`istituzione di Francoforte, mentre quasi tutte le banche centrali del mondo stanno portando avanti manovre di correzione delle rispettive linee monetarie, con rialzi dei tassi. Per parte sua la Bce ha più volte affermato che in questa riunione di luglio avrebbe alzato i tassi di 25 punti base, su tutti e tre i riferimenti: il rifinanziamento principale, che sta a zero, le operazioni marginali (0,25%) e i tassi sui depositi che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa istituzione, che sono al meno 0,50%.
Nelle ultime sedute il nervosismo dell`attesa si è accompagnato da inevitabili speculazioni su possibili aumenti più marcati sul costo del danaro. Ma ad oggi dall`istituzione non sono giunti segnali in tal senso e operare un aumento diverso da quello, più volte preannunciato, rappresenterebbe un elemento sgradevole per la comunicazione della stessa Bce. Sebbene una mossa simile potrebbe essere giustificata dal quadro di galoppante inflazione in cui sta operando. Eurostat ha appena confermato che a giugno il carovita nell`area euro è salito all’8,6%. La Bce aveva anche preavvertito che procederà ad un ulteriore rialzo alla riunione di settembre e che in quel caso potrebbe essere più energico di quello stabilito per giovedì, quindi da 50 punti base. Al di là delle elucubrazioni di stampa, il Consiglio direttivo ha sempre detto che le sue decisioni sarebbero state basate sui dati. Quindi, giovedì, un elemento molto rilevante sarà rappresentato da come si sia sviluppato il quadro inflazionistico, in particolare rispetto alle stime che erano stato aggiornate a giugno. I tecnici della Bce avevano alzato la previsione sul carovita di quest`anno al 6,8% – un valore che già pochi giorni dopo sembrava ottimistico – sul 2023 prevedevano un 3,5% sul 2024 2,1%, quindi quasi in linea con il target Bce che vuole un`inflazione al 2% simmetrico sul medio termine.
Sulla crescita prevedevano un più 2,8% del Pil dell`eurozona quest`anno e più 2,1% sia nel 2023 che nel 2024. Le prospettive di economia e crescita sono ovviamente condizionate dal conflitto in Ucraina e, in particolare, dalle sanzioni che Usa e Ue hanno imposto contro le forniture di beni e materie prime dalla Russia, che hanno contraccolpi particolarmente dannosi specialmente se su petrolio e gas. Non è chiaro se la stessa Russia possa decidere uno stop alle forniture di metano. Intanto anche i continui problemi nelle catene di approvvigionamento globali, esacerbati dai nuovi controversi lockdown decisi dalle autorità in Cina creano ulteriori pressioni sui prezzi che si riverberano anche nell`eurozona. Intanto i recenti forti cali dell`euro sul mercato dei cambi, in particolare rispetto al dollaro che risulta sostenuto da rialzi dei tassi molto più energici da parte della Federal Reserve creano ulteriori pressioni a causa dell`inflazione “importata”. E anche questo aspetto sarà con ogni probabilità discusso dai banchieri centrali di Francoforte. Infine, ma certamente non ultimo, specialmente per l`Italia, il Consiglio dovrebbe discutere anche del nuovo strumento antiframmentazione su cui aveva deciso di accelerare i preparativi, dopo le turbolenze innescate dalla mancanza di decisioni alla riunione di giugno.