Bce, bilancio torna a calare. Fondi a banche rischi delusione

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Battuta d’arresto della Bce sull’espansione del bilancio: nell’ultima settimana invece di crescere come dovrebbe si e’ assottigliato di 15 miliardi di euro. Stenta quindi a decollare quella espansione da 1.000 miliardi di euro che ormai e’ un obiettivo dichiarato dell’istituzione. Servirebbe a garantire un contesto monetario “espansivo”, favorevole alla ripresa economica e quindi, indirettamente, a un rafforzamento dell’inflazione che nell’area euro e’ pericolosamente bassa. Allo 0,3 per cento e’ infatti molto lontana dall’obiettivo ufficiale dell’Eurotower, che vorrebbe l’inflazione inferiore ma vicina al 2 per cento. Soprattutto, il protrarsi di questa situazione aumenta i rischi di un “contagio” anche alla attese generali del pubblico.

Si potrebbe cosi’ innescare un meccanismo perverso di rinvii degli acquisti e debolezza dei prezzi che si autoalimenterebbe, una deflazione che nel contesto di tassi di interesse ufficiali gia’ a zero (non riducibili ulteriormente quindi) si tradurrebbe in quella che giovedi’ scorso il presidente Mario Draghi (foto) ha definito “una stretta monetaria non voluta”. Per questo negli ultimi mesi l’istituzione ha approntato una serie di misure straordinarie, tra cui un piano di acquisti mirato di titoli. Ma proprio da questo canale sembra arrivare ben poco. La scorsa settimana la Bce ha rilevato appena 3,1 miliardi di prestiti bancari cartolarizzati, o Abs. Gli acquisti di obbligazioni bancarie garantite poi, i covered bond, sono stati praticamente ininfluenti: ne sono stati comprati appena 200 milioni di euro. E nel frattempo l’altro grande canale di intervento, le nuove aste di rifinanziamenti agevolati di lungo termine alle banche (Tltro), rischia a sua volta di riservare una “delusione”, secondo il Financial Times.

Perché anche se alla seconda asta di questo genere si dovesse registrare un forte aumento dei fondi assegnati, 170 miliardi di euro secondo le previsioni medie degli analisti, a fronte degli 82,6 miliardi erogati a settembre, queste liquidita’ non interverranno alla radice dei problemi. Intanto, il dato che verra’ comunicato dalla Bce giovedi’ non potra’ tenere conto dei rimborsi anticicipati sui precedenti rifinanziamenti straordinari (gli Ltro) che le banche decideranno di effettuare nei mesi successivi. Che potrebbero implicare un effetto quantitativo quasi nullo delle nuove aste. Poi queste liquidita’ arrivano in un contesto in cui e’ la stessa domanda finale di credito ad essere debole, mentre le banche restano caute nel concedere finanziamenti dato che hanno dubbi sulle capacita’ di imprese e famiglie di restituirli.

Infine la decisione presa nei mesi passati poi di portare a livelli negativi i tassi sui depositi che le banche parcheggiano presso la stessa Bce (meno 0,20%), si traduce poi in un disincentivo a tenere liquidita’ in eccesso. Un effetto positivo comunque c’e’ stato, secondo alcuni economisti sentiti dal Ft: ha ridotto la frammentazione del mercato di Eurolandia, consentendo in particolare alle banche dei Paesi ritenuti periferici di approvvigionarsi di fondi a condizioni favorevoli. I risultati dell’asta saranno comunque rilevanti per stabilire se successivamente la Bce procedera’ o meno ad un rafforzamento delle sue misure straordinarie anti deflazione, in particolare con un ampio piano di acquisti di titoli, un Quantitative Easing esteso anche alle emissioni pubbliche. Un dato molto alto potrebbe diminuire le pressioni per muoversi in questa direzione. Ma la dinamica del bilancio, che nelle passate settimane ha mostrato un andamento a singhiozzo, spinge a favore.