Beni confiscati alla mafia, caos per gestirli e business mancato

Migliaia di beni immobili, aziende e milioni di euro in depositi bancari. Sono i beni sequestrati alla mafia in Italia. Numeri in continuo aumento: si parla di negozi, hotel di lusso, appartamenti e altre strutture che causano non pochi problemi di gestione. Enormi resort sulla spiaggia, costruiti in posti pieni di fascino e storia, attività turistiche, terreni confiscati dallo Stato, strutture e ville che poi restano ferme e inutilizzate: un patrimonio immenso ma anche un business in cui le banche non credono, infastidite dal passato “mafioso” delle proprietà.

E’ per gestire tutto questo che dal 2010 è stata creata l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con sedi a Reggio Calabria, Roma, Palermo, Milano e Napoli. Giuseppe Giuffrida, amministratore giudiziario di Catania di beni sequestrati alla mafia: “Io sarei dell’idea che queste aziende non si debbano vendere, ma restare nel patrimonio dello Stato e debbano essere usate come simbolo contro la criminalità organizzata”. Ma Giuffrida lamenta che la quantità di beni sequestrati è eccessiva per il personale che lavora nell’Agenzia. “Gestisce in questo momento 12mila beni immobili in Italia e 3000 aziende. A gestire l’Agenzia ci sono solo 50 persone, ce ne vorrebbero 500”. (Immagini: Afp)

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redazione