Beni confiscati, giudice Saguto lascia incarico. Al suo posto Fontana

Beni confiscati, giudice Saguto lascia incarico. Al suo posto Fontana
11 settembre 2015

Il giudice Silvana Saguto lascia le Misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Al suo posto va Mario Fontana (foto). Lo dice una nota del presidente del tribunale Salvatore Di Vitale che “ha preso atto della disponibilità di Saguto a essere destinata ad altra sezione”. Saguto è indagata per corruzione, induzione e abuso d’ufficio. “Questa determinazione – aggiunge la nota del presidente del tribunale – intende tempestivamente garantire la continuità e la piena funzionalità di un organo giudicante, da anni centrale nella strategia di contrasto dello Stato alla criminalità mafiosa. Il provvedimento mira, altresì, ad agevolare i doverosi accertamenti in corso che potranno svolgersi in un clima di serenità idoneo a favorire i più dettagliati approfondimenti”.

Frattanto, sono proseguite fino alla tarda serata di ieri le perquisizioni degli uomini della Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo nello studio dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara. Il legale è indagato anche nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolta la Saguto e il marito, Lorenzo Caramma. Sempre ieri, per tutta la giornata, sono state effettuate perquisizioni anche al Palazzo di giustizia, nella cancelleria della Presidente Saguto che si dice “estranea” alla vicenda. Le lenti degli investigatori sono puntate sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati.

Puntuale l’autodifesa dell’avvocato Cappellano Seminara. “Gli incarichi all’ingegner Caramma, in qualità di Coadiutore o Consulente in alcune procedure di Amministrazione Giudiziaria, sono stati decisi dai Giudici Delegati dei rispettivi Tribunali – afferma il legale – gli unici preposti a dette nomine ed alla liquidazione dei relativi compensi. Il mio ruolo è stato quello di proporre la figura di un affermato e stimato professionista che, da oltre trent’anni, collabora quale Consulente fiduciario con le Procure della Repubblica ed i Tribunali siciliani, sia in sede penale che civile, incluso il Tribunale di Caltanissetta”.

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