Beni Culturali, dopo oltre 100 anni l’Efebo di Sutri torna a casa

Beni Culturali, dopo oltre 100 anni l’Efebo di Sutri torna a casa
17 dicembre 2016

Dopo oltre 100 anni l’Efebo di Sutri torna a casa. Questa volta, però, non sarà una semplice esposizione temporanea come quella che ci fu nel 2012. Ora l’impegno di tutti sarà quello di riportarlo definitivamente nel Museo del Patrimonium di Sutri, a pochi metri da dove, nel novembre del 1912, due contadini ritrovarono la statua in bronzo che risale al primo periodo imperiale. Su questo punto hanno annunciato il loro impegno Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro, Antimo Cesaro, sottosegretario ai Beni Culturali del Governo Renzi, e l’ex ministro della Cultura ed ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, che questa mattina hanno inaugurato la mostra nel comune della provincia di Viterbo.

La statua, alta circa 80 centimetri, rappresenta una figura maschile giovanile nuda, in posizione eretta, con il braccio destro sul capo e il sinistro piegato in modo da portare ad altezza del volto un oggetto ora mancante che probabilmente era uno specchio. Sulla necessità di lavorare per costruire una sana economia della cultura è intervenuto Cesaro: “Una sana economia della cultura ha bisogno di due cose: la grande bellezza del nostro patrimonio storico e artico che deve rappresentare un volano per i nostri territori e poi c’è bisogno del capitale umano. Coniugare queste due prospettive rappresenta il futuro del nostro paese su cui vogliamo scommettere anche lavorando in sinergia col privato”. Il rientro dell’Efebo a Sutri ha visto impegnato in prima linea Emmanuele Francesco Maria Emanuele. “Sono felice di averlo fatto – ha spiegato – visto che alla città di Sutri sono particolarmente legato con un impegno che da circa 30 anni mi vede attento a valorizzare il territorio: la chiesa di San Francesco, la cripta paleocristiana e il lavatoio sono tutte testimonianze del mio impegno negli anni”. L’ex ministro Francesco Rutelli, ha spiegato la necessità di dar vita a una rete capace di creare lavoro e sviluppo intorno al patrimonio artistico e culturale. “Io stesso mi sono battuto negli anni passati perché da un caveau dove non era nemmeno visibile, questo capolavoro tornasse dal luogo da cui proviene e permettesse a questo territorio di avere un elemento decisivo in più per essere valorizzato. Da questo punto – ha concluso Rutelli – può partire davvero una rete di valorizzazione che cra lavoro, sviluppo, migliora l’identità antica e la rende contemporanea”.

Leggi anche:
Apertura stellare per il 42 TFF, da Sharon Stone a Ron Howard

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti