Chi dovra’ sedersi al tavolo con Salvini? Chi dovrebbe preparare le liste in caso di elezioni anticipate? Chi deve andare in tv per Forza Italia? Sono alcuni dei nodi che agitano Forza Italia, anche perche’ sul tavolo del partito c’e’ una simulazione secondo la quale Lega e Fdi insieme prenderebbero quasi tutti i collegi. Al momento Silvio Berlusconi ha indicato la strada: un Consiglio nazionale per modificare lo statuto e prevedere una squadra di tre ‘big’ o di cinque per gestire la fase di transizione. Il Cavaliere stesso definisce l’operazione “una rivoluzione”.
Il pranzo di oggi a palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e una ventina di big azzurri (assente il numero due del movimento Antonio Tajani) ha avviato quel rinnovamento del partito, più volte annunciato e mai realizzato fino ad ora, reso ormai necessario dopo il flop alle europee. Il totonomine è già partito: tra i papabili Mara Carfagna (oggi assente all’incontro, al suo posto in rappresentanza delle istanze sudiste c’era il coordinatore regionale in Campania Domenico De Siano); Gianfranco Miccichè, attuale commissario forzista in Sicilia; Sestino Giacomoni, uno dei fedelissimi di Arcore.
Il Cav avrebbe lasciato intendere che preferisce una squadra di cinque persone: immagina, dunque un coordinamento a cinque punte, allenato e guidato da lui, per gestire la fase transitoria fino al Congresso nazionale di fine settembre. Il 25 giugno, dunque, sarà una data importante: almeno sulla carta potrebbe essere una giornata decisiva con il rischio anche di trasformarsi in una sorta di resa dei conti interni, a colpi di voti, visto che anche Giovanni Toti fa parte del Consiglio nazionale in qualità di governatore e può aspirare anche lui alla carica di coordinatore.
Qualcuno dice che questa potrebbe essere anche l’occasione per stanare il presidente della Regione Liguria (che il 6 luglio lancerà un nuovo contenitore politico moderato alleato della Lega) e metterlo di fronte alle sue responsabilità e chiarire cosa intende fare: se continuare la sua battaglia dentro Fi o fuori. Statuto alla mano, infatti, secondo l’articolo 21, fanno parte dell’organismo (lettera g) anche i ‘presidenti delle giunte regionali o, in mancanza, vice presidenti”: quindi, Toti è legittimato a presenziare e votare modifiche statutari e coordinamento nazionale.
Oggi al summit di via del Plebiscito Berlusconi non avrebbe mai citato il nome del suo ex consigliere politico, ma, raccontano, non sarebbe del tutto arenata la trattativa per evitare una nuova scissione. Lo spiraglio è minimo, ma esiste. I pontieri forzisti, sono sempre al lavoro per tentare l’ultima mediazione. Tant’è che c’è chi assicura che sia arrivato a Toti l’invito a partecipare all’appuntamento di fine mese. Dopo la nomina dei coordinatori nazionali, prossima tappa sarà il rinnovamento di tutti i coordinatori regionali che verranno materialmente eletti a settembre, in vista del Congresso nazionale.