L’allarme lanciato da Berlusconi e Verdini è passato abbastanza inascoltato. Forza Italia ha bisogno di una trentina di milioni di euro per non chiudere baracca. E, da quando la nuova legge sul finanziamento ai partiti impedisce ai privati di donare più di trecentomila euro, è inutile aspettarsi il periodico “aiutino” del Presidente. Che, per dirne una, nel febbraio 2013 aveva versato un contributo di 15 milioni per estinguere il debito nei confronti dell’allora Pdl. Sono i dati del bilancio 2013, approvato lo scorso martedì dal comitato di presidenza di Forza Italia e resi noti dall’AdnKronos . Il dato complessivo è preoccupante. Nell’anno passato, infatti, il partito di Berlusconi ha chiuso l’esercizio con un passivo di 15 milioni di euro. Che, sommato alle passività precedenti, fa salire il disavanzo patrimoniale complessivo a 83,5 milioni di euro. A causare l’aumento delle perdite, ha scritto nella sua relazione la nuova amministratrice unica del partito, Maria Rosaria Rossi, è stata l’iscrizione nel rendiconto della svalutazione dei crediti nei confronti del Pdl per un importo di 18 milioni di euro. Svalutazione dovuta all’entrata in vigore della nuova legge sul finanziamento ai partiti che ha ridotto drasticamente i rimborsi statali per le “elezioni in precedenza svolte”.
Ma non è stato solo questo fattore a determinare il peggioramento dei conti. Complice la generosità di Berlusconi, infatti, in Forza Italia è continuato l’andazzo dei vari eletti che hanno evitato di pagare la quota dei loro emolumenti spettante al partito. Già nel Pdl, come si leggeva nel consuntivo d’esercizio dell’anno 2012, il problema era tangibile. Il “buco” per i mancati versamenti degli eletti, infatti, ammontava a oltre sei milioni di euro, circa due milioni in più rispetto al 2011. Una cattiva abitudine che non è venuta meno con la rinascita di Forza Italia, se è vero che sarebbero solo in pochi, tra gli eletti a tutti i livelli, a versare la quota mensile al partito. Non finisce qui: ben il 30-40% dei parlamentari nazionali non avrebbe pagato il contributo per la campagna elettorale delle Politiche del 2013. Un impegno molto gravoso per il partito, se è vero che la spesa per le iniziative di comunicazione e per il tour elettorale hanno inciso sul bilancio per circa 2,3 milioni di euro.
Ci sono poi altre piccole spese che dimostrano come la gestione dei vari “asset” di Forza Italia non sia stata sempre orientata alla parsimonia. Curioso, ad esempio, che un vero e proprio “mago” dell’etere come Silvio Berlusconi sia stato costretto, nel 2013, a versare altri 370mila euro per ripianare i costi della “Tv delle Libertà” – fondata da Michela Vittoria Brambilla nel 2008 – che ha sospeso le trasmissioni a fine ottobre 2012.
Che lo stesso leader non se la passi più così bene lo ha confessato lui stesso: “Non sono più Paperon de’ Berlusconi” ha detto. Basti pensare che negli ultimi tempi ha dovuto fronteggiare i costi del risarcimento di mezzo miliardo a De Benedetti e quelli del divorzio da Veronica Lario, una trentina di milioni al mese. Al punto che – ha raccontato Il Fatto Quotidiano – l’affitto per il “parlamentino” di Palazzo Grazioli sarebbe in arretrato di sette mesi e sarebbero state avviate le trattative per chiedere una corposa riduzione del contratto.
Meglio si comprende, da questo punto di vista, la scelta di traslocare la sede nazionale da via dell’Umiltà a piazza San Lorenzo in Lucina. In cinque mesi, l’affitto della nuova sede è costato 320 mila euro (oltre ad altri 312mila di “manutenzione e riparazione”). Mentre fino al 31 ottobre scorso la sede di via dell’Umiltà era costata la bellezza di 2,3 milioni. “Siamo con l’acqua alla gola” ha spiegato ai suoi Silvio Berlusconi. E tra le contromisure immediate ci sarebbe il rilancio della stagione dei congressi con il costo delle tessere di partito che dovrebbe salire da 10 ad almeno 50 euro. Mentre nei giorni scorsi è partita la campagna per sensibilizzare i militanti a destinare il proprio 2×1.000 a Forza Italia. Si attendono, infine, i risultati del nuovo sito internet sostieni.forzaitalia.it, che permette di donare al partito da un minimo di 5 a un massimo di 100 euro. “Ma iniziative di questo genere hanno bisogno di tempo per sedimentare – ha spiegato il responsabile web Antonio Palmieri – e in questo periodo, tra Europee e Mondiali, era impossibile lanciare una campagna di sensibilizzazione efficace”.