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Berlusconi, addio al presidente del Milan mondiale

Ventinove trofei principali vinti, di cui 26 nei 20 anni da presidente, 3 negli 11 anni di vicepresidenza vicaria di Adriano Galliani, cinque giocatori diventati palloni d’oro, 900 milioni di euro investiti per una media di 28 a stagione. Trentuno anni di proprietà, venti da presidente. Un’era calcistica in cui il rossonero ha dominato segnando parte di quel made in Italy che andava in giro per il mondo. Silvio Berlusconi presidente del Milan è stato questo. Nel 1986 ha salvato la società rossonera dal fallimento (in precedenza aveva anche provato a rilevare l’Inter) per farne uno dei club più vincenti al mondo. Dal 24 marzo 1986 al 13 aprile 2017: 31 anni di storia calcistica che si è congiunta a quella del Paese.

 

Galliani la prima mossa

 

È il 10 febbraio 1986, il giorno della firma per rilevare il Milan appena lasciato da Giusy Farina. Il 20 Silvio Berlusconi diventa ufficialmente proprietario del Milan. Il 24 marzo, infine, ‘Sua emittenza’ è il 21° presidente della storia rossonera. Si apre una nuova era. “La situazione del Milan avrebbe dovuto scoraggiare chiunque – dichiara al ‘Guerin Sportivo’ -. Ancora adesso i vuoti contabili non si contano e l’ammontare dei debiti non è totalmente quantificato, ma da come si erano messe le cose era impossibile comportarsi diversamente. Da una parte c’era il Milan che poteva essere esposto a situazioni drammatiche (fallimento, liquidazione, tribunali etc.), dall’altra il Berlusconi tifoso che non se la sentiva di assistere ad uno scempio del genere. A quel punto è intervenuto il cuore e la decisione di comprare il Milan è stata obbligatoria”. Le prime mosse a livello societario sono la nomina di Adriano Galliani come Amministratore delegato e di Ariedo Braida come Direttore generale. La nuova società punta innanzitutto al risanamento del bilancio, ad un ringiovanimento della rosa e al rilancio della squadra su palcoscenici che le competono.

 

Donadoni primo acquisto

 

Il primo acquisto assoluto della gestione Berlusconi è Roberto Donadoni, l’emergente talento bergamasco strappato alla concorrenza della Juventus e costato 10 miliardi di Lire. Quelli del suo Milan sono stati anni di grandi allenatori: Sacchi tanto per cominciare, con il quale decolla il Milan ‘stellare’, campione d’Italia nel 1988 e d’Europa nel 1989 e 1990, interprete di un gioco rivoluzionario e spettacolare, tutto pressing e fuorigioco con gli olandesi Gullit, Van Basten e Rijkaard. Poi Capello con il quale arrivano tre scudetti consecutivi, il record d’imbattibilità sale a 58 partite, e il 18 maggio 1994 (la stessa sera in cui il primo governo Berlusconi ottiene la fiducia al Senato) il Milan vince ad Atene la Champions League, battendo per 4-0 il Barcellona di Johan Cruijf. Il Milan conquista di nuovo lo scudetto nel 1996 (con Capello) e nel 1999 (con Zaccheroni). Nel 2010 l’arrivo in panchina di Massimiliano Allegri coincide con l’ultimo Scudetto di Berlusconi. Con Allegri mai rapporti facili. Resta celebre la stilettata lanciata contro il suo allenatore prima del ritorno degli ottavi di finale di Champions League al Camp Nou contro il Barcellona, mentre è impegnato in campagna elettorale.

 

Il medagliere

 

“Allegri? No el capisse un casso”, dice ai cronisti che lo seguono. Quella gara termina con un sonoro 4-0 per i blaugrana, che ribaltano il 2-0 rossonero di San Siro e passano il turno. Max resta alla guida della squadra fino a gennaio 2014, quando gli è fatale la sconfitta in campionato con il Sassuolo. Con Montella in panchina, nel 2016, il successo 4-3 ai rigori contro la Juventus di Allegri e la vittoria della Supercoppa italiana, che sarà l’ultima dell’era del Cavaliere. Durante la presidenza di Berlusconi, il Milan ha vinto sei Campionati italiani (1987-88, 1991-92, 1992-93, 1993-94, 1995-96, 1998-99), quattro Supercoppe Italiane (1988, 1992, 1993, 1994), tre Coppe dei Campioni/Champions League (1988-89, 1989-90, 1993-94), tre Supercoppe Europee (1989, 1990, 1994) e due Coppe Intercontinentali (1989, 1990). E’ il Milan dei fuoriclasse assoluti, fra cui ben 5 calciatori che conquisteranno il Pallone d’Oro: Gullit, Van Basten (3 volte), Weah, Shevchenko e Kakà.

 

Nel 2017 arrivano i cinesi

 

“Il calciatore più amato? È difficile rispondere – dirà nel 2020 in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’ – la storia del mio Milan è stata di grandi campioni, che hanno fatto sognare ogni tifoso, me per primo. Con i miei ‘ragazzi’ si è instaurato sempre un rapporto personale di stima e di affetto. Ma se proprio devo indicarne uno, scelgo Marco Van Basten, simbolo della bellezza del calcio come lo intendo io. Un protagonista leggendario che lasciò un vuoto incolmabile quando troppo presto dovette abbandonare i campi di calcio”. Ceduta la società nel 2017 ad una cordata guidata dall’imprenditore cinese Yonghong Li, nel 2018 Berlusconi torna nel calcio acquistando il Monza, che riporta in Serie B dopo 20 anni di assenza e poi per la prima volta in Serie A. Salvezza festeggiata con Galliani e la squadra. Ma non solo calcio: Berlusconi fondò nel 1989 la Polisportiva Milan o Polisportiva Mediolanum, già Mediolanum Sport e poi Milan Athletic Club, attiva tra il 1989 e il 1994. Quattro gli sport praticati: baseball, hockey su ghiaccio, pallavolo e rugby. Sette scudetti e innumerevoli coppe internazionali. L’associazione venne di fatto smantellata nel 1994 in seguito alla riduzione del budget a essa riservata, dovuta agli scarsi risultati economici portati dalla maggior parte delle sezioni.

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redazione