Silvio Berlusconi arriverà domani a Roma, per coordinare da villa Grande le grandi manovre per il Quirinale. E si fa precedere da un avvertimento netto: “Se Draghi va via da palazzo Chigi si va a votare”, dice a chiare lettere Antonio Tajani, dopo settimane in cui il concetto veniva affidato ai retroscena. “Chi altro sarebbe in grado di tenere insieme una coalizione tanto eterogenea?”, chiede retoricamente il coordinatore azzurro. Che così gioca una delle carte di Silvio Berlusconi nella corsa al Quirinale: puntare sull’attuale premier porterebbe alla fine anticipata della legislatura, con tutte le conseguenze – anche previdenziali – per i parlamentari.
Un argomento che lo stesso Silvio Berlusconi ripete in tutte le sue (numerose) telefonate di questi giorni a deputati e senatori, convinto che le chance per Draghi siano al momento ridotte proprio perché “la sua elezione porterebbe automaticamente al voto anticipato”. Proprio in virtù della posizione di Forza Italia, finora condivisa anche dalla Lega: “Neanche loro – assicurano gli azzurri – sosterrebbero un altro governo in questa legislatura”.
Una posizione che potrebbe essere messa nera su bianco nel prossimo vertice di centrodestra: in settimana, ma dopo la riunione di direzione e gruppi Pd convocata per giovedì 13, spiegano fonti di coalizione, per aspettare l’eventuale mossa dei Dem. E dunque probabilmente venerdì. Non si sa ancora in quale formazione, stante il “fastidio” e “l’irritazione” con cui Forza Italia sta assistendo al pressing di Coraggio Italia a favore di Draghi: “Il 23 Toti è venuto al vertice e ha sottoscritto un documento comune che diceva un’altra cosa…”, si fa notare. Che poi sarà questa la posizione che il centrodestra terrà fino alla fine è ancora tutto da vedere. Nella Lega c’è chi pensa che Berlusconi prima o poi farà un passo di lato: “Vuole essere il king maker, e magari in cambio della rinuncia ottenere il seggio da senatore a vita”, ipotizza un parlamentare di lungo corso del Carroccio.
Ma intanto l’ex Cavaliere tiene il punto, e chissà se il monito di Forza Italia abbia influito sull’atteggiamento di Draghi in conferenza stampa, con il rifiuto categorico a rispondere a qualsiasi domanda sul tema Colle. Nonostante le voci di un possibile passo indietro del premier – fatte circolare per tutto il pomeriggio – nel centrodestra avevano preventivato il silenzio di Draghi: “Ci aspettavamo questo, nè passi avanti né passi indietro. Non è caduto in nessun tranello. E anche ritirarsi sarebbe stato assurdo visto che in teoria non si è mai candidato…”, dicono fonti della coalizione.