Berlusconi “benedice” Rosatellum bis e accelera sulle urne
Il Cav era per ok fiducia ma poi è prevalsa distanza da Pd
Ma se la condividiamo perche’ non la votiamo? Ieri Silvio Berlusconi, riferiscono fonti parlamentari, era per ‘metterci la faccia’ sul Rosatellum bis. Ma non per soccorrere il governo ne’ per sottolineare un asse con il Pd sulla legge elettorale. Semplicemente – spiegano dalle parti di FI – perche’ era contrario a quelli che il Cavaliere definisce bizantinismi. Un modo solo di far capire che Forza Italia rispetta i patti, non che fosse disposta ad accodarsi alla maggioranza per un cambio di linea politica. L’ex premier poi – su input di Brunetta e degli altri big del partito – ha corretto subito la linea – riferiscono le stesse fonti – anche perche’ il Pd avrebbe fatto sapere al partito azzurro che non c’era bisogno di alcun supporto sulla fiducia tecnica. “Capiamo l’esigenza” di porre la questione di fiducia – ha messo nero su bianco l’ex premier – “ma, da forza politica di opposizione, abbiamo deciso di non partecipare ai voti che riguarderanno le fiducie chieste dall’esecutivo”. FI si comportera’ con “determinazione e lealta’”, dovrebbe votare si’ all’articolo 4 e 5 (votazioni sulle quali non e’ previsto il voto segreto), arrivera’ poi il semaforo verde sul provvedimento finale. “Siamo fiduciosi per l’ok a Montecitorio e speriamo, allo stesso tempo, che questa legge elettorale possa essere approvata anche al Senato con la piu’ larga maggioranza possibile. In modo da dare al Paese un sistema di voto degno di questo nome”, scrive Berlusconi in una nota. “E poter – questa l’aggiunta – andare a elezioni, nel 2018, in modo ordinato e alla scadenza fisiologica della legislatura”. E’ un messaggio a chi vorrebbe, qualora andasse in porto il sistema di voto, accelerare sulle urne.[irp]
Dunque Berlusconi ribadisce la convergenza piena sul ‘Rosatellum bis’, dando ragione a chi, come Ghedini, nel partito ha condiviso fin da subito il percorso intrapreso, nonostante i dubbi interni rappresentati soprattutto da Gianni Letta. “Responsabilmente ai ripetuti moniti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – sottolinea Berlusconi – abbiamo gia’ nello scorso mese di giugno messo al servizio del Paese e delle istituzioni il nostro senso dello Stato per costruire, cercando il piu’ largo consenso possibile tra le altre forze politiche, un sistema di voto omogeneo tra Camera e Senato e che garantisca allo stesso tempo rappresentanza e governabilita’”. La decisione di non entrare in Aula al momento della fiducia e’ legata anche all’atteggiamento della Lega. “Non potevamo certo comportarci in modo diverso”, spiegano fonti parlamentari. Il ‘refrain’ e’ quello solito: “Il nostro e’ uin si’ all’impianto della legge, ma nessun inciucio in vista”. Tuttavia anche in FI non si nasconde che con questo sistema dopo il voto tutto sara’ possibile. Domani alla riunione del gruppo convocata per mezzogiorno si cerchera’ di saldare ancor piu’ l’accordo siglato con Pd, Ap e Lega. Restano i mal di pancia dei parlamentari del sud. “Noi non eleggeremo neanche un parlamentare nei collegi uninominali”, si lamentano i deputati campani. Malessere anche tra i parlamentari del nord, ma il Cavaliere ha invitato i suoi ad essere compatti. “Non e’ la legge che sognavamo – detta la linea l’ex presidente del Consiglio -, ma dato lo scenario attuale riteniamo che questo compromesso sia il miglior risultato possibile. E proprio perche’ questo sistema scontenta un po’ tutti, pensiamo che questa volta si possa arrivare al traguardo”. Sulla stessa lunghezza d’onda i leghisti che puntano ad un celere via libera del provvedimento. Giorgetti al tavolo con gli altri ‘sherpa’ ha dato l’ok e lo stesso Salvini ha spiegato che “prima si fa la legge meglio e'”.[irp]