Berlusconi, Bersani e… A Rimini Renzi torna a rottamare

di Maurizio Balistreri

Indossa di nuovo i panni del rottamatore il Matteo Renzi che si presenta al Meeting dell’Amicizia a Rimini. Il premier alterna lusinghe e punzecchiate alla platea di Cl, ricorda i propri trascorsi da boy scout, gli studi da liceale nella scuola privata, ma anche “le idee diametralmente opposte nella vita politica”. Il feeling di Cl con il centrodestra berlusconiano viene richiamato più volte da Renzi, così come non manca qualche frecciatina a chi nel Pd ha in passato tenuto rapporti preferenziali con il movimento fondato da don Giussani. I “predecessori”, li chiama Renzi, riferendosi sia a palazzo Chigi che al Pd: “Voi avete spesso applaudito gli uni, e a volte anche gli altri. Ma ritengo che il berlusconismo, e per alcuni aspetti l’antiberlusconismo, abbiamo schiacciato il tasto pausa al dibattito italiano e per 20 anni abbiamo perso occasioni clamorose”. Il bersaglio è “la seconda Repubblica”, tout court, “e oggi abbiamo il compito di rimetterci a correre nonostante la seconda Repubblica”.

Renzi prende le distanze tanto da Berlusconi quanto da Pier Luigi Bersani, che non cita per nome ma che evoca chiaramente: “Qualche mio predecessore a palazzo Chigi ha considerato questo luogo come una importante piazza politica da non perdere mai. Ma anche qualche predecessore del mio partito ha sempre apprezzato il Meeting, magari più per l’aspetto legato alle opere. In particolar modo qualche predecessore”. Un teorema, quello dei 20 anni persi, che si sviluppa in un inevitabile corollario: chi prova a fermare le riforme vuole tenere bloccato il Paese. “Le riforme che stiamo portando avanti sono un corso accelerato per riportare l’Italia in pari”. E tra queste riforme, ovviamente, ci sono innanzitutto quella elettorale e la revisione del Senato. L’Italicum, innanzitutto, che “è una rivoluzione, il primo tassello per riuscire finalmente a governare e non difendersi dagli assalti”. Quindi, il superamento del bicameralismo: “Mi fanno ridere quelli che dicono: se non c’è elezione diretta dei senatori è a rischio la democrazia. Ma non è che devi votare tante volte per far funzionare la democrazia, quello è il Telegatto, non è il Senato. E’ incredibile questa discussione”.

Sistemati, l’ex Cavaliere e i “predecessori” del Pd, il premier replica anche a Matteo Salvini, che minaccia di bloccare l’Italia: “Ad agosto c’è la gara a chi la spara più grossa. Ho letto di un autorevole esponente che come proposta economica ha ha suggerito di bloccare per tre giorni l’Italia. Ma è 20 anni che bloccano l’Italia, oggi la scommessa è l’opposto”. Basta, continua, con la “rissa ideologica”, la ricetta che Renzi propone al Meeting è fatta di pragmatismo, in politica estera come per gli affari interni: gli Usa sono “la stella polare” per l’Italia, ma “è un errore tragico costruire l’Ue contro la Russia”; gli immigrati vanno salvati perché “non cederemo al messaggio che vuole trasformare l’Italia nella terra della paura. Non è buonismo ma umanità. Possiamo perdere tre voti ma prima ci occupiamo di come salvare vita”; le tasse vanno abbassate perché “è l’unico modo per essere veramente equi”. Più ‘di sinistra’ sugli immigrati, più ‘di destra’ sulle tasse, perché “l’Italia ha trasformato quella che chiamano seconda repubblica in una rissa permanente, ideologica” che ha “impantanato” l’Italia “in discussioni sterili”. Tutta roba che Renzi vuole lasciarsi alle spalle per rendere l’Italia “la terra delle possibilità, non dei rimpianti. Se l’Italia torna a fare l’Italia c’è spazio per l’Italia in Europa, c’è spazio per l’Italia nel mondo, c’è spazio per l’Italia per uscire dalla crisi”.

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