Berlusconi ha annunciato di voler partecipare, in prima persona, alla manifestazione in Piazza San Giovanni promossa da Matteo Salvini contro il Governo Conte. All’interno del partito Forza Italia, tale annuncio, ha creato fratture che appaiono insanabili. L’ala sovranista e “nordica” del partito azzurro, infatti, sembra avallare il leader del carroccio Matteo Salvini e anche Giorgia Meloni, il cui partito Fratelli d’ Italia sembra sia diventato la nuova casa di molti forzisti “voltagabbana” i quali hanno cambiato casacca nella disperata ricerca di un posto al sole; mentre l’ala meridionale e “meridionalista”, così definita perché al suo interno vi sono esponenti nati nel Sud Italia, considera la partecipazione all’iniziativa “salviniana” una follia, un gesto suicida che cestina 25 anni di storia del partito Forza Italia nella spazzatura. Berlusconi, la scorsa settimana, ha dichiarato, in un suo intervento pubblico, di considerarsi il continuatore ideologico di Alcide De Gasperi , affermando: “essendomi confrontato con tutti i suoi scritti, considero di essere un suo legittimo erede”.
Se così è, nasce spontanea la domanda del perché egli stia insieme a Salvini e Meloni lontani anni luce dal pensiero di De Gasperi, il quale era antifascista e cattolico e, soprattutto, ci si chiede perché, se dice di essere il suo prosecutore con cui si immedesima, lo fa scendere in piazza con Casapound che ha annunciato di partecipare alla manifestazione. De Gasperi potrebbe rivoltarsi nella tomba. Ed, inoltre, perché Berlusconi, se dice di essere il legittimo erede del fondatore della Democrazia Cristiana, non abbandona il duo sovranista e non si posiziona al centro creando i presupposti per la rinascita di una corrente di pensiero liberale certamente, ma soprattutto democratica? Non vi è dubbio che il pensiero politico degli esponenti della Democrazia Cristiana, che ha governato l’Italia dal dopoguerra fino a qualche decennio fa, è molto distante dal pensiero a cui si ispirano i sovranisti. La Democrazia Cristiana, piace o non piace, insieme alla sinistra e ai socialdemocratici, ha generato benessere per il nostro Paese mediante politiche del lavoro e politiche economiche ispirate dal principio di solidarietà e di cooperazione, che ha favorito la crescita dell’Italia e, perché no, anche l’affermarsi di una forma di “pragmatismo” liberale.
Sono, perciò, nate in Italia, grandi aziende, che hanno consentito la crescita economica e lo sviluppo sociale della nazione. L’affermarsi dei principi democratici e cattolici in Italia ha offerto anche allo stesso Berlusconi, grazie anche al Partito Socialista guidato da Bettino Craxi, che certo sovranista non era, la possibilità di diventare un imprenditore di spicco. Il pensiero democratico e sociale della Democrazia Cristiana, con il contributo del pensiero dei socialdemocratici, ha garantito il proliferare del lavoro, il diritto alla casa agli italiani, nonché i più rilevanti ed imprescindibili diritti civili ed umani, tra cui il diritto di essere uomini liberi di esprimere il proprio pensiero. Alla luce di tali riflessioni riteniamo equo che Berlusconi guardi con attenzione a ciò che sta verificandosi nel Meridione d’Italia, in cui stanno creandosi i presupposti per la nascita di una nuova Democrazia Cristiana (vedi l’impegno di Gianfranco Rotondi) ed in cui sta nascendo un movimento politico pro Meridione di stampo sociale, con l’intento, secondo alcuni, di togliere di mezzo la Lega, la quale, anche nel Sud Italia, sta per mettere radici.
Ora il Sud Italia potrebbe fare affidamento su un movimento meridionalista e qualcuno già esclama: “Salvini avrà pane per i suoi denti”. C’è chi afferma che ai meridionali piacerebbe alla guida del Movimento pro Sud, oltre a Rotondi, anche l’Onorevole MaraCarfagna, da sempre impegnata per la difesa del Meridione e contraria dalla partecipazione di Forza Italia alla manifestazione di domani contro il Governo Conte. Si tratta, per il momento solo di una ipotesi, che al Sud sperano diventi realtà molto presto. Tuttavia, l’obiettivo dei meridionali non è abbattere la Lega, ma partire dal Sud per ricostruire il nostro Paese. Ne consegue che la terre del mezzogiorno d’Italia, serbatoio di voti, non saranno più in vendita e che i poteri forti , dominatori incontrastati da anni su tali territori, residenti nelle regioni del Nord, ora dovranno confrontarsi con i meridionali.