Berlusconi “candida” Zaia per la leadership, ma e’ scontro con sovranisti. Salvini: “Una manfrina”

CENTRODESTRA L’ex premier non vuol sentir parlare ora di listone unico e di primarie. Suo obiettivo resta riavere l’agibilita’ politica

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Berlusconi, riferiscono fonti parlamentari di FI, non vuol sentir parlare ora di listone unico e di primarie. Ognuno – questa la sua tesi – si impegni per il proprio partito, poi quando ci sara’ una legge elettorale chiara si vedra’. Dunque una risposta chiara a chi punta ad un’unica forza politica, da presentare addirittura alle amministrative. L’ex presidente del Consiglio e’ impegnato a rivitalizzare FI: sta parlando con diversi imprenditori (tra gli altri Squinzi, Sangalli e il vicepresidente di Confindustria giovani, Ferri, riferiscono fonti parlamentari), punta ad assegnare il 40% dei posti ad esponenti della societa’ civile. E’ in contatto anche con l’ex pm Carlo Nordio, a lui avrebbe affidato il ‘dossier’ della riforma della giustizia. L’attenzione e’ rivolta anche a come finanziare il partito: oggi scadevano i termini, spiegano da FI, per chi avrebbe dovuto versare le quote spettanti. “Non lo ha fatto neanche la meta’”, viene riferito.

Nessuna voglia, quindi, di aprire una discussione – sottolinea chi lo ha sentito – sulla leadership del centrodestra. Mercoledi’ e’ previsto un convegno organizzato dalla fondazione di Matteoli al quale prenderanno parte Fitto (il leader di Direzione Italia e’ al lavoro per creare una fitta rete di liste civiche sul territorio), Salvini e Meloni. La tesi dei ‘sovranisti’ e’ che occorre mettere insieme le forze e convergere in un listone unico, a partire dalle prossime elezioni (l’esempio fatto dalla leader di Fdi e’ quello di Genova). Ma l’ex presidente del Consiglio non ritiene che l’argomento sia attuale. Il suo obiettivo numero uno resta riavere l’agibilita’ politica, “solo grazie a quella FI recupererebbe – ha spiegato ai suoi – piu’ del 5%”. Qualora non dovesse arrivare la sentenza di Strasburgo l’ex presidente del Consiglio ha detto di veder bene la candidatura di Zaia, “sta lavorando bene” o di chiunque “possa unire tutti”.

Il nome del governatore del Veneto come eventuale candidato del centrodestra sotto traccia viene fatto anche nel Carroccio, soprattutto dalla vecchia guardia. Ma l’investitura da parte dell’ex presidente del Consiglio e’ stata considerata all’interno del partito di via Bellerio come una provocazione. E percio’ rispedita al mittente. “E’ una manfrina, il nostro candidato e’ Salvini”, ha messo in chiaro il diretto interessato. “Non si giochi a mettere zizzania tra di noi. Siamo una squadra”, ha affermato il segretario del Carroccio. La tesi in FI e’ che Zaia non e’ ‘salviniano’, ovvero con lui ci si puo’ dialogare, soprattutto non e’ anti-europeo. Ma l’ex presidente del Consiglio con i suoi ha negato di voler mettere bocca negli equilibri del partito di via Bellerio. Una manovra, ovvero quella di indebolire la leadership di Salvini, che invece viene avvalorata da diversi ‘big’ azzurri.