Berlusconi: Forza Italia non entra in maggioranza e non fornirà soccorso
L’ex premier: “Noi responsabili ma campo rimane centrodestra, nonostante differenze su Ue”
Nessuna intenzione di entrare in maggioranza nè di fornire “soccorso” parlamentare: lo ribadisce il leader diForza Italai Silvio Berlusconi, “di fronte ad una serie di interpretazioni giornalistiche improprie che si ripetono in questi giorni”. L’ex premier si dice “costretto a richiamare ancora una volta concetti che ho espresso in decine di occasioni pubbliche, interviste, dichiarazioni”. E dunque afferma: “Il senso di responsabilità istituzionale dimostrato da Forza Italia di fronte all`emergenza CoViD-19 non ha nulla a che fare con valutazioni di politica interna, non prelude ad alcun cambiamento di maggioranza né tanto meno ad alcun ‘soccorso’ parlamentare al centro-sinistra”.
Berlusconi assicura che “il nostro orizzonte politico è e rimarrà l`alleanza di centro-destra, una coalizione che in Italia esiste perché è stata fondata e resa possibile da noi, con la mia discesa in campo nel 1994. È un`alleanza basata su un progetto comune e sulla lealtà reciproca fra forze politiche differenti, nella quale noi rappresentiamo la componente liberale, cristiana, garantista, europeista, portatrice dei valori culturali e civili sui quali si fonda l`Occidente. Una componente essenziale per un centro-destra credibile in Europa e nel mondo, in grado di vincere e di governare. La nostra valutazione sul MES e sul rapporto con l`Europa, la nostra collocazione del Partito Popolare Europeo sono temi che ci caratterizzano, ma che non hanno nulla a che fare con la politica interna. Ribadire queste differenze e questa nostra specificità mi pare doveroso per chiarezza verso gli elettori, ma non significa affatto un allentamento dei vincoli di una coalizione che rappresenta la nostra storia e che lavoriamo perché sia il futuro, per affrontare insieme i prossimi passaggi politici, a cominciare da quelli immediati”.
Berlusconi ha rivendicato: “Forza Italia è una grande forza liberale e come tale alternativa alla sinistra per ragioni culturali, storiche, politiche e programmatiche. Dal 1994 abbiamo impedito alla sinistra di impadronirsi del paese e io stesso ho pagato un alto prezzo personale per questo. Il nostro sogno di un`Italia libera, di una società aperta, di uno stato liberale secondo i migliori modelli dell`Occidente è il futuro per il quale continuiamo ad essere in campo”.