APERTURA

Berlusconi porge la mano a Salvini e Meloni: “Possiamo arrivare al 20%”

Il caso Roma sembra aver irrimediabilmente segnato il centrodestra. E se Silvio Berlusconi prova a fare il paciere, le reazioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono tutt’altro che entusiaste. L’ex premier parla da Milano, durante la presentazione dei candidati di Forza Italia a sostegno del candidato sindaco Stefano Parisi. Davanti alla platea del teatro Manzoni il Cav spiega che FI, insieme a Lega e Fdi, ha già preparato una bozza di programma per le prossime Politiche. “Possiamo arrivare al 20% se – sottolinea – il vecchietto resterà in campo”. Non solo, Berlusconi fa addirittura un passo in avanti e ipotizza anche una squadra di governo: “Avremo 8 ministri, tre in quota Lega, tre per Forza Italia e due per Fdi, provenienti dalla politica, più altri 12 scelti tra personalità della vita vera. Con una formazione unitaria potremmo vincere con il 40%”. Berlusconi continua a ripetere che “per vincere le nuove elezioni il centrodestra deve essere assolutamente unito”. Quindi, “al di la’ delle difficolta’ caratteriali di questo o di quell’altro leader, noi dobbiamo sempre avere presente che la situazione con cui il nostro candidato si presenta ed e’ sostenuto a Milano deve essere una situazione anche per l’Italia nelle prossime elezioni”.

SALVINI Il primo a reagire, un po’ tiepidamente, è il leader della Lega Matteo Salvini: “È giusto ragionare di cose da fare, e quindi ben venga la cancellazione della legge Fornero, l’abolizione degli studi di settore, il blocco dell’immigrazione clandestina e la riduzione delle tasse. Ma parlare di poltrone e ministeri è l’ultima delle mie preoccupazioni e non interessa al momento né alla Lega, né agli italiani”.

MELONI Ancora più dura Giorgia Meloni: “Berlusconi parla di accordi inesistenti su un futuribile governo nazionale di centrodestra per cercare di far dimenticare che nelle ultime settimane le scelte compiute dal suo partito vanno in tutt’altra direzione, cioè in quella di un rinverdito patto con Matteo Renzi e il suo pessimo Governo. È un modo come un altro per provare a recuperare un elettorato di FI che non capisce perché Berlusconi si sia rifiutato di sostenere la candidatura di un suo storico alleato. E queste dichiarazioni dimostrano che la ragione è tutt’altro che nei contenuti. Infatti, se a Roma FdI rappresenta una politica dalla quale prendere le distanze, non si capisce perché a livello nazionale sia invece cosa buona e giusta un’alleanza con noi”.

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