Berlusconi: servono novità e una crociata di democrazia

Berlusconi: servono novità e una crociata di democrazia
18 luglio 2015

di Enzo Marino

“Dobbiamo mettere in campo qualcosa di nuovo, mettere in campo una crociata di democrazia”. Silvio Berlusconi è intervenuto telefonicamente alla conferenza regionale di Forza Italia Giovani, l’appuntamento organizzato a Fiuggi dalla leader del movimenmto giovanile azzurro, Annagrazia Calabria ed ha riproposto – praticamente in fotocopia – l’intervento svolto giovedì davanti gli amministratori locali del partito. L’ex premier è tornato a parlare di quel “progetto folle” per fare in modo che alle prossime elezioni politiche – che si svolgeranno non prima del 2017, ha ripetuto – venga recuperata una parte di quel 50% di elettori indecisi che non vanno a votare. “Quando riguarda così tanti cittadini – ha spiegato Berlusconi – ritengo sia difficile considerare questo Paese una vera democrazia”. Sono italiani, ha detto, che “hanno una sfiducia in questa politica e in questi politici. Allora noi dobbiamo mettere in campo qualcosa di nuovo, una crociata di democrazia. Per trasformare questa maggioranza silenziosa in una maggioranza politica”.

Berlusconi ha ribadito di non avere alcuna intenzione di rottamare Forza Italia ma di considerarla anzi “il lievito della democrazia, di una iniziativa che sarà necessario prendere per il futuro”. Forza Italia, ha aggiunto, “esiste e resta e Berlusconi sarà il suo presidente” e dovrà mettere al centro della sua attività l’impegno per raggiungere e riportare al voto quei moderati che non credono più di poter cambiare qualcosa. Berlusconi non ha dubbi, “se un terzo, o anche meno” di coloro che non votano più torneranno alle urne “unendo i loro voti a quelli di Forza Italia, della Lega Nord potremmo avere una grande maggioranza; una maggioranza non di un’Italia politica ma dell’Altra Italia”. L’ex premier ha chiarito nuovamente che non sta parlando di un nuovo partito ma di “un movimento, di qualcosa senza professionisti della politica” che dovrà indicare “una ventina di saggi, ritenuti tali dai cittadini, che saranno i ministri del futuro governo”. Un governo che avrà il compito di realizzare quel programma liberale che “non siamo riusciti a realizzare in passato”.

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