Non farà nessun discorso ufficiale. Ma per Silvio Berlusconi la presenza al Congresso del Ppe, da stasera a domani mattina, ha comunque una importanza strategica. Perché in programma ha una serie di “bilaterali informali” che valgono la trasferta: il capogruppo del Ppe Joseph Daul, il premier spagnolo Mariano Rajoy, il capo del governo ungherese Viktor Orban. E, soprattutto, Angela Merkel. Tornare alla ribalta internazionale, essere trattato da leader tra i leader, stringere le mani agli esponenti di spicco del popolarismo europeo. E a tutti consegnare un messaggio: in Italia i moderati hanno ancora un punto di riferimento e quel punto di riferimento sono io, grazie a me si può fare da freno ai populismi. In un momento in cui l’Europa fa i conti con la Brexit e attende l’esito delle elezioni francesi e tedesche, Silvio Berlusconi pensa di poter trovare orecchie attente ai suoi discorsi anche da parte di chi, fino a pochi anni fa, sghignazzava con Sarkozy quando veniva pronunciato il suo nome.
Il leader azzurro si presenta anche “forte” della fresca nomina di Antonio Tajani a presidente del Parlamento europeo ed è convinto quindi che stia finalmente spirando un vento a lui favorevole. In Italia, è vero, lascia aperta la questione delle alleanze. Anche oggi Matteo Salvini è tornato a mettere i suoi paletti. “Berlusconi – dice il segretario del Carroccio – avrà i suoi motivi per andare a Malta con la Merkel, chiedete a lui. Chiunque si voglia alleare con la Lega alle elezioni dovrà scegliere: la Merkel rappresenta l’Unione delle banche, della disoccupazione, dell’immigrazione, della povertà, dovranno fare una scelta. Noi la nostra scelta l’abbiamo già fatta”. A Malta, tuttavia, Berlusconi ritroverà anche tutti quei pezzetti di centro che in Italia sono sparpagliati in varie sigle e che lui è convinto di poter riunificare. Ma, in attesa delle elezioni francesi e di capire se Parigi virerà ufficialmente verso il lepenismo, come sempre Berlusconi si tiene aperte più porte e cerca di trarre la massima convenienza per sé. E la sua massima convenienza, in questo momento, è far vedere che può legittimamente sedere tra i big del popolarismo europeo. Certo, la sua non è una posizione acritica e domani, nei vari incontri, tornerà a ribadirlo. “Questa Europa va cambiata, non può essere l’Europa degli egoismi e della burocrazia”, il suo pensiero.