di Daniele Di Mario
Non solo Matteo Salvini. I contestatori violenti in servizio permanente effettivo stavolta sono tornati a prendersela col loro bersaglio preferito: Silvio Berlusconi. All’arrivo del leader di Forza Italia a Saronno per un incontro elettorale con i pensionati, si è scatenato il parapiglia con una persona ammanettata e portata in caserma dai carabinieri. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, l’uomo ammenettato e allontanato dai militari ha tentato di “avvicinarsi troppo” a Berlusconi e quando la scorta ha tentato di fermarlo ha opposto resistenza in maniera molto decisa. A quel punto i carabinieri sono intervenuti immobilizzandolo. L’uomo, sempre secondo quanto si apprende dalle forze dell’ordine, non sarebbe stato arrestato ma semplicemente identificato e allontanato. Durante la propria visita a Saronno, l’ex presidente del Consiglio – in città per sostenere il candidato sindaco di FI Pierluigi Gilli – dopo aver visitato il Milan Club femminile Stella, si è recato a far visita a due aziende del Saronnese. Per prima ha visitato la Illva, che produce il famoso amaretto di Saronno, e, poi la Tci, che produce led, dove ha visitato gli impianti e dove si è fermato a mangiare nella mensa aziendale con i lavoratori. Ad accompagnare Berlusconi, anche la compagna Francesca Pascale. Al termine del pranzo il Cav si è recato a vedere la casa di suo padre Luigi, dove lui ha vissuto fino all’età di tre anni. Il Cav ha parlato – e tanto – anche di politica, definendo “inaccettabile” l’iniziativa di Renzi sulle pensioni, perché “la sentenza della Consulta è stata chiara: bisogna restituire a tutti i pensionati quello che a loro è stato tolto e che la Corte ha giudicato non corretto”.
Berlusconi è poi tornato a ribadire che in Italia “la democrazia è sospesa, siamo governati da un signore che non è stato eletto”. L’attuale governo “è abusivo, non è il governo del popolo, non è stato eletto dal popolo, non esprime la sovranità del popolo”. Il leader di Fi ha aggiunto che che la maggioranza vera degli italiani “siamo noi, quell’Italia dei moderati e il 31 maggio dobbiamo far vedere alla sinistra qual è la vera maggioranza del Paese, cioè noi”. Quanto al proprio ruolo, Berlusconi ha spiegato che “io sono, ormai, fuori dalla politica, ormai sono soltanto qualcuno con un grande senso di responsabilità nei confronti del mio Paese e dei tanti italiani che mi hanno sempre dato fiducia, e quindi vedo in questo progetto, chiamiamolo pure un sogno, cioè trasformare la maggioranza numerica degli italiani, e che sia una maggioranza non si discute, in maggioranza politica organizzata”. Il Cav ha poi aggiunto che questa è “l’unica possibilità che possa dare all’Italia quei cambiamenti di cui abbiamo assolutamente bisogno”.
Se ciò non si realizzasse “l’Italia andrebbe avanti così come un Paese difficilmente governabile senza quella possibilità di modernizzazione, che invece è assolutamente indispensabile”. Il compito però si preannuncia difficile: “Se guardo il futuro non vedo il ricompattamento del centrodestra. Ho un sogno, quello di un movimento che sappia aggregare tutti i moderati”. Rancore verso Raffaele Fitto (“faccia quello che vuole”) e Angelino Alfano, che aveva detto di essere in grado di riunire i moderati: “Auguri! Ciascuno dice quello che vuole”. Fitto, nel frattempo, va avanti per la propria strada. L’uscita dal Ppe e l’ingresso nel gruppo dei conservatori inglesi è ufficiale (“Basta governare con i socialisti”, ha spiegato), l’ex governatore è tornato ad attaccare il Cav: “Non sarà ricordato bene. Un leader dovrebbe capire quando è il momento di fare un passo indietro. Invece Berlusconi preferisce distruggere tutto e rottamare se stesso. Un finale malinconico”.