“Berretti rossi” in marcia per i diritti dei braccianti
In piazza contro il caporalato. Il premier”: La legge c’è e non viene integralmente applicata” video
Braccianti stranieri sfruttati oggi dai caporali nei campi di pomodori italiani come gli operai italiani, sacrificati fino alla morte – l’8 agosto 1956 – nelle miniere di carbone a Marcinelle, in Belgio. È il parallelo fatto dal sindacalista Aboubakar Soumahoro nel corso della marcia dei “Berretti rossi” promossa da Usb che ha avuto luogo mercoledì 8 agosto a Foggia, dopo la morte di 16 braccianti stranieri in due diversi incidenti avvenuti sulle strade del Foggiano.
Gli operai di Marcinelle, impoveriti e costretti a scappare dall’Italia – ha detto – lottavano per il pane come oggi noi qui lottiamo per il pane. “La prima cosa che ti viene chiesta quando cerchi lavoro è se hai i documenti – dice quest’uomo – se non li hai sei alla mercé dei caporali che ti usano come vogliono. Ti usano come una macchina, ecco perché siamo costretti ad accettare tutte le condizioni che ci impongono, perché vogliamo vivere con la nostra dignità”.[irp]
“Questi lavoratori – aggiunge Yvan, fondatore di un’associazione per il rispetto dei diritti dei lavoratori stranieri – guadagnano in nero 1 euro all’ora e lavorano in media 14/15 ore al giorno, mentre il contratto prevede 7 ore al massimo”. “Da questi 15 euro devono togliere 5 euro per il trasporto e i soldi per il pranzo. Ogni giorno danno al caporale 10 euro dalla loro paga, alla fine si ritrovano con un netto di 4/5 euro dopo aver lavorato per 14 ore, è inammissibile”.
I berretti rossi sono scesi in piazza contro il caporalato, cioé un antico e illegale sistema di reclutamento di manodopera a basso costo per il lavoro nei campi tramite il quale i “caporali”, chiedendo una percentuale sui guadagni di ciascuno, procurano ai proprietari terrieri la forza lavoro, divenuto oggi una nuova forma di schiavitù con lo sfruttamento di immigrati e clandestini, costretti a vivere in pessime condizioni. Un fenomeno grave di cui si sta occupando anche la politica, come ha sottolineato lo stesso premier Giuseppe Conte.[irp]
“La legge sul caporalato c’è e non viene integralmente applicata – ha detto – dobbiamo prima lavorare alla completa applicazione di quella legge, intervenire a vari livelli per rafforzare il quadro delle tutele che sono già in qualche modo previste, non solo le tutele penali ma vari incentivi contro il lavoro nero non solo a carattere penale”.