Bersani lavora ai fianchi: gravi le parole dei vertici Pd. E ora scoppia caso Roma

Bersani lavora ai fianchi: gravi le parole dei vertici Pd. E ora scoppia caso Roma
9 marzo 2016

di Maurizio Balistreri

“Mi limito a dire che ho trovato irrituali i pronunciamenti di dirigenti del partito prima della riunione della commissione di garanzia. A prescindere da chi abbia torto o ragione, il motivo per cui il ricorso è stato respinto mi è sembrato lievemente burocratico. Lo dico con preoccupazione perché registro un grave disagio non solo a Napoli e a Roma ma in giro italia”. Lo ha detto l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani, in merito all’esito del ricorso di Antonio Bassolino contro il risultato delle primarie di Napoli. Ai vertici del partito Bersani chiede quindi “un comportamento più lineare e rigoroso”.

Infatti, è stato giudicato “irricevibile” a maggioranza il ricorso presentato da Bassolino sul voto in 5 dei 78 seggi delle primarie a Napoli. Il ricorso è stato giudicato inammissibile da otto componenti della commissione, mentre solo uno, Fabio Benincasa, rappresentante di Centro democratico, ha votato a favore di Bassolino. Una decisione contestatissima, quella dell’organo garante del Pd, non soltanto da Dem della caratura di Bersani e Cuperlo ma da molti napoletani che non digeriscono “i brogli”. Sarà difficile per Bassolino ingoiare la pillola anche perché per lui il giudizio della commissione di garanzia per le primarie era “già scritto” anche se, come naturale che sia, dall’altra parte si è tentato di spiegare che i fatti contestati non avrebbero influito sulla libertà di voto. Intanto, dopo la sua proooclamata vittoria alle primarie Valeria Valente, ufficialmente candidata a sindaco di Napoli per il centrosinistra, tende la mano all’ex governatore affinché si unisca a lei per vincere la sfida con De Magistris. Ma il niet del partito ancora brucia e per il momento Bassolino non si è fatto sentire con la Valenti anzi è la moglie dell’ex governatore a parlare alla stampa. Anna Maria Carloni, deputata Pd è infatti intervenuta al programma di Rai Radio2 Un Giorno da Pecora: “Le primarie di Napoli? Sicuramente la vittoria di mio marito Antonio Bassolino è stata una vittoria morale: era fuori dalla politica attiva da anni, non aveva una struttura organizzativa e le forze che ha avuto intorno si sono proposte spontaneamente. In questo modo arrivare al risultato che ha raggiunto è una grande vittoria personale ma anche di qualità della politica”.

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Intanto, il vice segretario del Pd taglia corto. “La discussione di questi giorni non deve mettere in discussione il valore delle primarie, strumento su cui il Pd ha scommesso che resta un modello valido per la partecipazione dei cittadini. Alcuni fatti emersi non vanno sottovalutati e devono vedere la nostra attenzione più alta, ma non va messa in discussione la validità dei risultati”. E in merito alla richiesta di Gianni Cuperlo di portare il caso Napoli alla commissione nazionale del Pd, Lorenzo Guerini risponde: “A Napoli si è riunita la commissione di garanzia che è organo di ultima istanza accettato da tutti i partecipanti alle primarie: si tratta di primarie di coalizione e non solo del Pd, quindi non si può portare la questione davanti ad un organo del Pd”. Diversa la questione per eventuali comportamenti irregolari di iscritti al Pd: “In quel caso ci sono lo statuto e gli organi Pd che eventualmente sanzioneranno comportamenti sbagliati”. Guerini chiede quindi di guardare ora ad una campagna elettorale “che parli dei problemi di Napoli, parlando di idee e futuro”.

Dopo Napoli, ora rischia di aprirsi un caso Roma, sempre in merito alle primarie.  “Se e’ vero che c’e’ chi ha aggiunto 3.700 schede bianche per dare un dato di partecipazione alle primarie di Roma – e non voglio crederlo – lo considero un atto puerile che non cambia la fisionomia del voto”. E’ quanto chiosa Roberto Morassut, candidato alle primarie di Roma contro l’ormai vincitore Roberto Giachetti. “Il dato di fondo e’ che queste primarie provano che, nello sfascio generale della politica, sono ancora uno strumento di partecipazione. Ma il voto, per come si e’ definito, manifesta un distacco tra partito e citta’. Se c’e’ chi ha pensato che portare artatamente i votanti da 43 mila a circa 48 mila risolvesse la situazione, e’ uno sciocco”, aggiunge Morassut. Per il presidente del Pd, Matteo Orfini, “se ci sono state quasi 3000 schede bianche, è un segnale di protesta. Abbiamo il dovere di convincere e far recuperare fiducia ai cittadini del Pd”.

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