Seconda giornata del vertice straordinario dedicato al quadro di bilancio pluriennale 2021-2027 dell’Ue ma un accordo tra i capi di Stato e di governo appare infatti ancora lontano, dopo la nottata di consultazioni bilaterali condotte da Michel. I quattro ‘Paesi frugali’ – Austria, Danimarca, Olanda e Svezia – hanno evitato la bilaterale col presidente del Consiglio europeo, preferendo una riunione a cinque, per schivare possibili tentativi di spaccare il fronte. La Commissione Ue ha proposto l’1,11% del Rnl, pari a 1.134 miliardi, il Parlamento europeo vorrebbe l’1,3% (1.324 miliardi), mentre il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha messo sul tavolo una proposta negoziale dell’1,074%(1.094 miliardi).
I cosiddetti ‘Paesi frugali’, Austria, Danimarca, Olanda e Svezia vorrebbero un budget parsimonioso (1% del Pil) e sconti e chiedono di tagliare su Agricoltura e Coesione aumentando i finanziamenti per Green Deal, Ricerca e Difesa. L’Italia, che ha già definito ‘poco ambiziosa’ la bozza Michel, si schiera invece per preservare il livello attuale di fondi per l’Agricoltura e la Coesione e si oppone a preservare il “rebate” per i paesi più ricchi. Secondo Roma, sul finanziamento delle nuove politiche, dal green deal al digitale servono maggiori risorse e l’Italia ha chiesto un bilancio più ampio non aumentando i contributi nazionali, ma aprendo il paniere di risorse proprie della Ue che possano finanziare beni pubblici europei. Insieme all’Italia anche Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Malta, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria insistono per non tagliare su agricoltura e fondi di coesione.
Parlando alla stampa al suo arrivo al Consiglio europeo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avvertito che all’Italia la concezione frugale dell’Europa “non sta bene”: “Se continuerà da parte di alcuni paesi, che peraltro hanno un livello di benessere molto elevato, si continuerà a prosettare una visione frugale dell’Europa, il compromesso è lontano”. Il riferimento di Conte è a questi quattro paesi cosiddetti “frugali” o rigoristi (Austria, Danimarca, Olanda, Svezia) che non vogliono assolutamente che il bilancio pluriennale superi il tetto di spesa dell’1,0% del reddito nazionale lordo complessivo dell’Ue (contro la proposta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel di arrivare all’1,074%). In più, con il sostegno della Germania, i quattro chiedono di poter mantenere per i prossimi sette anni gli “sconti” sui propri contributi nazionali al bilancio comunitario che erano stati loro concessi in passato, sulla falsariga del “rebate” (rimborso parziale) ottenuto per il Regno Unito da Margareth Thatcher negli anni ’80.
Una prima nottata di incontri bilaterali non è quindi servita a sbloccare l’impasse sul bilancio europeo. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, a Roma per l’inaugurazione del master in giornalismo alla Luiss, si è augurato: “Noi speriamo che alcuni paesi che stanno facendo resistenza si convincano, è un investimento per la vita dei loro cittadini – ha detto – penso che alla fine si troverà un risultato. Il parlamento non ha fretta, spero che i governi facciano il loro lavoro, di fare una proposta accettabile per cominciare il negoziato”.