Non meno di tre. Non più di dieci. Tanti sono gli anni che Bill Cosby dovrà trascorrere dietro le sbarre, oltre a versare una multa di 25.000 dollari. Diventato la prima celebrità dell’era #MeToo a finire in carcere da quanto lo scorso ottobre scoppiò il caso dell’ormai ex produttore cinematografico Harvey Weinstein, a 81 anni di età il comico statunitense ha lasciato in manette la stanza di tribunale dove ha ascoltato la sua sentenza.
Lo scorso aprile era stato dichiarato colpevole di aver drogato e stuprato Andrea Constand nel 2004, all’epoca trentenne e responsabile della squadra femminile di basket della Temple University e che in lui vedeva un mentore. La sentenza sta a significare che dovranno passare almeno tre anni (e non cinque come chiedeva l’accusa) prima che l’attore possa chiedere la scarcerazione. A valutare una simile richiesta sarà una commissione speciale, che potrà respingerla fino all’esaurimento della sentenza. Anche se Cosby dovesse ottenere la scarcerazione, sarebbe comunque sottoposto alla supervisione delle autorità competenti fino allo scadere dei 10 anni.
Un rilascio dopo 36 mesi potrebbe esserci a seconda della sua condotta o, per esempio, delle sue condizioni di salute. Rifiutando il diritto di dire qualcosa, Cosby ha ascoltato impassibile le parole del giudice Steven T. O’Neill, che da un tribunale di Norristown (Pennsylvania) è sembrato incredulo quando i legali dell’attore hanno chiesto il rilascio su cauzione sostenendo che il cliente è anziano e fragile. Il magistrato ne ha invece ordinato l’incarcerazione immediata dicendo: “Potrebbe essere un pericolo per la comunità”. Il giudice non ha risparmiato parole contro di lui, considerato un “violento predatore sessuale”; tale designazione costringe Cosby ha registrarsi alla polizia ed essere sottoposto a vita a counseling.
Guardando Constand, seduta tra i banchi di tribunale, il giudice ha fatto riferimento ai “no” che lei disse di avere sentito nella sua testa quando – indifesa – Cosby approfittò di lei oltre 14 anni fa. “Lei non ha sentito quelle parole”, ha tuonato O’Neill rivolgendosi all’attore. “Io le ho sentite. La giuria le ha sentite”. A quel punto il giudice ha ricordato all’imputato di essere stato condannato per un “crimine molto serio” e che “nessuno è al di sopra della legge”. Il giudice ha riconosciuto l’età avanzata e la cecicità di Cosby, da tre anni costretto a starsene a casa dopo il versamento di una cauzione da 1 milione di dollari. Quelli però non sono stati fattori determinanti, ha spiegato O’Neill sostenendo che l’imputato ora “deve finire in una casa di correzione”.
Sono circa una sessantina le donne, molte di loro un tempo aspiranti attrici e modelle, che hanno accusato Cosby di essere un predatore sessuale che nell’arco di 40 anni le ha abbindolate con sedativi e alcolici. Solo un caso però, quello riguardante Constand, è arrivato in tribunale. L’ex dipendente della Temple University ha spiegato in una nota da 5 pagine che “Bill Cosby ha preso il mio spirito giovane e bello e lo ha distrutto. Mi ha derubato della mia salute e della mia vitalità, della mia natura aperta e della mia fiducia in me stessa e negli altri”. Constand ha aggiunto: “Quando l’attacco sessuale è avvenuto, ero una donna giovane impaziente di avere un futuro brillante pieno di possibilità. Ora, quasi 15 anni dopo, sono una donna di mezza età che è rimasta imprigionata per grand parte dell’età adulta, incapace di guarire pienamente o di guardare avanti”.