Marco Falchi, ha detto ancora il testimone in aula, aveva una personalità mutevole e lunatica. “Un uomo poliedrico – l’ha definito – che passava molto tempo in casa. Diceva di voler trovare un lavoro, ma la sua ricerca di un’occupazione si fermava alle parole”. Flachi e la convivente Grazioli, imputati con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati, vivevano dunque di “espedienti”, tanto che in diverse occasioni bussavano alla porta dei vicini di casa alla ricerca di generi elementari di prima necessità. “Una volta mi chiesero pane o crackers. Risposi che avevo solo una pizza surgelata”. Circostanza confermata da un altro vicino di casa dei Flachi, pure lui ascoltato questa mattina in aula come testimone: “I genitori di Aurora bussarono alla mia porta chiedendomi del latte. Non latte specifico per bebè, una normale confezione di latte vaccino”. Almeno all’apparenza, il quadro che emerge è insomma quello di un contesto di profondo degrado. Tuttavia Flachi e Grazioli fecero alcuni acquisti importanti nei giorni stessi del decesso della bambina. “Dopo la morte della figlia – ha affermato il testimone – hanno sostituito la caldaia, una spesa intorno ai mille euro”. Nel corso del processo in via di svolgimento davanti alla Corte d’Assise di Milano era già stato accertato che i due avevano comprato una macchina nuova, prezzo 9.300 euro, nel giorno stesso del morte della piccola Aurora.