La Procura di Bolzano ha iscritto due persone nel registro degli indagati a seguito della morte di Emily Formisano, la bambina di 8 anni di Reggio Emilia morta a seguito dell’incidente con la slitta avvenuto venerdì pomeriggio sul Corno del Renon in Alto Adige. Indagati risultano essere la madre della bambina, Renata Dyakowska di 38 anni che era sulla slitta assieme a Emily e attualmente ricoverata all’ospedale di Bolzano in gravi condizioni, ed un responsabile della societa’ che gestisce il comprensorio sciistico del Corno del Renon.
Viene ipotizzato il reato di omicidio colposo. Il tratto iniziale della pista da sci “Schwarzsee 2” – il muro che porta dalla stazione a monte della cabinovia fino alla fermata intermedia – dove si e’ consumata la tragedia e’ stata sequestrata come da disposizione del pubblico ministero Luisa Mosna che oggi si e’ recata sul posto per un sopralluogo. Madre e figlia hanno imboccato la pista da sci per esperti per la slitta andando poi a schiantarsi contro un albero. Emily e’ deceduta sul colpo.
In Alto Adige cresce la polemica sulla segnaletica della pista che all’imbocco della pista nera appare solo in lingua tedesca (“Rodeln verboten”) e non in italiano. Un secondo cartello, sempre verticale di colore rosso e bianco, con il simbolo del divieto di transito di slittini figura circa un centinaio di metri piu’ in basso. Sulla vicenda e’ intervenuto anche il consigliere provinciale di Alto Adige nel Cuore, Alessandro Urzi’.
“Ora si deve aprire non una semplice riflessione formale ma una aperta revisione di tutto il sistema della comunicazione rivolta al pubblico (per tutte le comunicazioni di interesse pubblico) che non releghi in Alto Adige la lingua italiana ai margini. Non vale – dice Urzi’ – solo per i turisti ma e’ anche una questione di rispetto e sicurezza per gli italiani residenti in Alto Adige. La rimozione sui sentieri di montagna da parte dei gestori e ora anche sulle piste da sci di indicazioni fondamentali in italiano ora si puo’ capire a quali tragedie possa portare”.