Politica

Il paziente può abbandonare le terapie. Regge l’asse Pd-M5s-Mdp

No all’accanimento terapeutico, non all’abbandono terapeutico: cioè il medico non può ostinarsi a somministrare cure in caso di prognosi infausta però deve sempre alleviare le sofferenze del paziente attraverso un’appropriata terapia del dolore, fino alla possibilità di arrivare alla sedazione palliativa profonda. Sono le novità introdotte in aula alla Camera durante l’esame della proposta di legge sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento (Dat) con l’approvazione di un articolo elaborato dal presidente della commissione Affari Sociali, Mario Marazziti (Des-Cd), aggiuntivo all’articolo 1 del testo. Il provvedimento potrebbe arrivare al voto finale oggi per poi passare all’esame del Senato: ieri l’asse Pd-M5s-Mdp ha portato all’approvazione con 326 sì e 58 no dell’articolo 1 in cui si stabilisce che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata.

Ogni persona maggiorenne e capace di agire ha il diritto di accettare o rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia. Ha, inoltre, il diritto di revocare in qualsiasi momento il consenso prestato, anche quando la revoca comporti l’interruzione del trattamento. Nutrizione e idratazione artificiali sono trattamenti sanitari in quanto consistono nella somministrazione su prescrizione medica di nutrienti mediante dispositivi sanitari e quindi possono essere rifiutati o sospesi. Quanto fatto finora dalla Camera, per l’associazione Luca Coscioni, è “un passo in avanti fondamentale verso il rispetto delle volontà dei pazienti” ma Filomena Gallo, segretario dell’Associazione, vuole “mettere in guardia anche dalle potenziali trappole nell’effettiva applicazione della legge per come è ora formulata”. Nel mirino “la questione dell’obiezione di coscienza per il medico che è stata di fatto inserita” con l’approvazione oggi di un emendamento della commissione che stabilisce che “il medico non ha obblighi professionali” a fronte delle richieste del paziente.

“È un correttivo importante – ha detto il capogruppo di Ap, Maurizio Lupi – ma non ancora sufficiente per votare la legge nel suo complesso. Tuttavia salva la dignità del mestiere del medico, ciò per cui ha studiato, ciò per cui ha giurato iniziando la sua professione”. Anche se, secondo l’associazione Coscioni, tale norma è “controbilanciata dal nuovo comma 9 dell’articolo 1” secondo cui “ogni struttura sanitaria pubblica o privata garantisce con proprie modalità organizzative la piena e corretta attuazione dei princìpi di cui alla presente legge”. A tale proposito un emendamento centrista mirava a esonerare le strutture sanitarie private, pensando soprattutto a quelle cattoliche, dal rispetto delle Dat ma anche in questo caso l’asse Pd-M5s con 335 voti contrari ha bocciato la proposta. Dopo l’approvazione dell’articolo 2 sui minori e gli incapaci, l’aula è passata all’esame dell’altro pilastro della legge sul biotestamento: l’articolo 3 che regola proprio le Dat. Sono stati dichiarati preclusi dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, tutti gli emendamenti soppressivi della possibilità di rifiutare le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali perché la norma era stata già messa in chiaro durante l’esame dell’articolo 1 con l’approvazione della proposta di modifica Maria Amato (Pd) che ha specificato che “la nutrizione e l’idratazione artificiale sono trattamenti sanitari”. I detrattori della legge hanno protestato ma l’esame è andato avanti fino a fine seduta. Le votazioni sugli emendamenti all’articolo 3 riprenderanno domani mattina alle 9.30.

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