Scoperto dai ricercatori dell’università di Birmingham, in Gran Bretagna, uno dei più antichi manoscritti del Corano mai ritrovati. La datazione al radiocarbonio lo colloca praticamente all’epoca della predicazione dello stesso Muhammad, il Profeta dell’Islam, vissuto tra il 570 e il 632 dell’era cristiana, rendendolo uno degli esemplari più preziosi e antichi in circolazione. Due grandi fogli di pergamena, vergati con un testo incredibilmente leggibile del libro sacro per tutti i musulmani sono stati datati intorno ai primi del VII secolo, più o meno all’epoca in cui il Corano venne rivelato al Messaggero di Dio e Sigillo della Profezia dall’arcangelo Gabriele, incaricato da Dio stesso di divulgare, secondo la religione musulmana, l’ultima e definitiva Rivelazione all’umanità. “Le parti del Corano contenute in quei frammenti sono del tutto simili al Corano che possiamo leggere oggi, spiega il professor David Thomas, docente di Cristianesimo e Islam all’università di Birmingham. E ciò tende a suffragare l’ipotesi che il Corano attuale sia molto vicino al Corano raccolto sin dai primi anni dell’Islam”. I fogli, conservati nella Mingana Collection dell’università, contengono parte delle sure, i capitoli, dal 18 al 20, scritte in una forma di arabo conosciuta come hijazi, uno stile molto antico. (Immagini Afp)