Cronaca

Blitz anti-camorra tra Scampia e Secondigliano, 27 arresti. Anche un finanziare al servizio dei clan

Sono 23 le ordinanze di custodia cautelare in carcere e 4 quelle domiciliari emesse dal Gip del tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, ed eseguite questa mattina dai poliziotti del Servizio centrale operativo della polizia di Stato e della Squadra mobile di Napoli e dai finanzieri del Gico. L’operazione ha interessato soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di partecipazione ad associazione camorristica di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio pluriaggravato, di associazione finalizzata ad estorsioni, detenzione e porto di armi, favoreggiamento aggravato. L`indagine ha evidenziato i rapporti di alleanza tra il clan della Vinella Grassi ed il clan Di Lauro, consorterie entrambe operative nell’area di Secondigliano e di Scampia e che hanno realizzato una joint venture nel settore del narcotraffico, finalizzata a garantire l`approvvigionamento delle piazze di spaccio e del sistema di vendite noto come passaggi di mano. L’associazione finalizzata alla organizzazione del traffico di stupefacenti risulta dunque composta da affiliati di entrambe le consorterie criminali che, nel periodo 2012-2014, hanno anche perseguito i propri autonomi obiettivi. La Vinella Grassi, impegnata nella faida mortale con gli Abete Abbinante Notturno, per assicurarsi l’egemonia `militare` sull`area. Gli inquirenti hanno ricostruito, in particolare, il secondo tentativo operato, dopo un precedente fallimento, di eliminare Giovanni Esposito, esponente di rilievo del clan Abbinante.

In quel caso, al gruppo di fuoco della Vinella Grassi si unì – secondo quanto ricostruito nelle indagini – anche un militare della Guardia di finanza in servizio presso il gruppo di pronto impiego Atpi (i cosiddetti Baschi verdi) di Napoli, nei cui confronti il Gip ha confermato una piattaforma indiziaria che ne descrive un “ruolo di vero e proprio affiliato al clan”. Il militare era addetto ai trasporti di stupefacente ed era incaricato di acquisire armi di cui il clan necessitava in quantità sempre maggiori per proseguire i conflitti cruenti in ci era impegnato. Lo stesso finanziere infedele è risultato essere al centro del gruppo di soggetti (tra i quali vi era un altro finanziere dei baschi verdi), al servizio contemporaneamente della Vinella Grassi e dei Di Lauro per l`acquisto, il trasporto e la vendita degli stupefacenti, secondo un sistema articolato e capillare che consentiva di rifornire altre organizzazioni criminali, perlopiù locali, come il clan Pesce Marfella ed altri soggetti, gravitanti soprattutto del nord della Puglia. Le indagini hanno anche ricostruito il ruolo centrale svolto da C.G., alias il ‘Cavallaro’, nel raccordo tra la sua organizzazione di appartenenza, il clan Di Lauro, e la Vinella Grassi, non solo nella gestione della struttura di narcotraffico ma anche nell’organizzazione di un capillare giro di estorsioni fondato sulla capacità di fungere da ricettore dei veicoli rubati/rapinati nell’area nord di napoli e quindi di imporre con la tecnica del cavallo di ritorno il pagamento del riscatto ai proprietari. Apporto fondamentale alle investigazioni è stato fornito dalle indagini tecniche, dagli accertamenti ed i minuziosi riscontri operati sia dalla squadra mobile presso la questura di napoli che dal gico della guardia di finanza, a partire dalle investigazioni che hanno condotto alla cattura di Antonio Mennetta al disvelamento di strutture organizzate come vasi comunicanti che connettevano la Vinella Grassi ai Di Lauro. Di assoluto rilievo inoltre risultano le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia. Emerge quindi un sistema di alleanze tra clan nell`area nord di Napoli, dei loro rapporti con i clan della zona vesuviana e di quella flegrea e della loro capacità di rastrellare dal territorio tutte le risorse illecite disponibili.

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redazione