Bloccata riforma intercettazioni. Bonafede: “Tolto bavaglio all’informazione”

Renzi: “Il provvedimento fu varato dopo Consip, ministro ‘malafede’”. Anm, bene stop

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Bloccando la riforma delle intercettazioni “impediamo che venga messo il bavaglio all’informazione” perche’ la riforma Orlando era stata scritta “in concomitanza col caso Consip” per “impedire ai cittadini di ascoltare le parole dei politici indagati”. Punta il dito dritto contro il Pd il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, nell’annunciare il rinvio della norma che avrebbe dovuto ridisegnare il sistema degli ascolti. Dal Pd la reazione arriva a stretto giro, ma anche dall’Anm, soddisfatta invece per il rinvio di una riforma “dannosa”.

Col milleproroghe approvato oggi dal Consiglio dei ministri, l’entrata in vigore della legge e’ stata spostata a marzo 2019, un arco di tempo ampio che servira’ a modificare l’impianto di una disposizione “attraverso un percorso partecipato”. Bonafede ha scritto a tutte le procure distrettuali e al Consiglio forense e ha gia’ “ricevuto contributi importantissimi”. “La riscriveremo con maggiore calma e piu’ attenzione”, ha assicurato il premier Giuseppe Conte. Ma il Pd non ci sta. “Bonafede non ha capito niente o e’ in mala fede”, ha detto l’ex segretario Matteo Renzi in una diretta Facebook.

“La riforma delle intercettazioni – ricorda Renzi – e’ stata lanciata nell’agosto del 2014 e nessuno di noi si aspettava la vicenda Consip. Il ministro “Bonafede-malafede” potrebbe invece venire in Aula e riferirci cosa si diceva con Lanzalone, oggi privato della sua liberta’ personale. Invece parla di Consip. Si chiama di distrazione di massa”, conclude Renzi. Anche Michele Anzaldi accusa Bonafede di lanciare “attacchi sgangherati”: “evidentemente e’ nervoso perche’ oggi le uniche intercettazioni di cui si dovrebbe occupare sono quelle delle sue telefonate con l’avvocato Lanzalone”.

Il riferimento suo e di Renzi e’ all’ex consulente che Bonafede presento’ al sindaco di Roma, Virginia Raggi, implicato nell’inchiesta stadio. Critiche anche da Forza Italia. “La riforma – dichiara Paolo Sisto – non ci convinceva, ma ancora meno ci piace il chiarissimo e tragico intento del ministro Bonafede: trasformare il Paese in una riserva di caccia per le procure, dove la privacy viene cancellata”.

Ma secondo Bonafede proprio i magistrati rischiavano di essere danneggiati da un provvedimento che “ledeva la possibilita’ di portare avanti le indagini in maniera efficace e dava alla polizia giudiziaria la possibilita’ di scegliere quali intercettazioni considerare rilevanti o irrilevanti”, “tagliando fuori il pm veniva da una fase cosi’ importante”. “Il nostro grido d’allarme – osserva il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Francesco Minisci – e’ andato a buon fine. Era una cattiva riforma: non solo non avrebbe raggiunto l’obiettivo di tutelare la privacy, ma avrebbe danneggiato le indagini, rendendole meno efficaci, e violato il diritto di difesa”. Soddisfatti anche Fnsi e Ordine dei giornalisti.[irp]