Pinotti: “Abbiamo aperto tutti i canali diplomatici con la Turchia”

Pinotti: “Abbiamo aperto tutti i canali diplomatici con la Turchia”
14 febbraio 2018

Si intensificano i contatti per superare le tensioni nel Mediterraneo orientale, dopo che una nave dell’Eni e’ stata bloccata dalla Marina turca al largo di Cipro. Il governo di Nicosia punta sull'”intensa attività diplomatica” portata avanti dall’Unione europea per mettere fine al blocco della nave italiana Saipem 12000. “C’è un’intensa attività diplomatica dietro le quinte, con gli Stati europei che stanno guidando tale sforzo, e ci aspettiamo di vedere oggi l’esito di tale iniziativa – ha detto il portavoce del governo cipriota, Nicos Christoulides -. “Sono state intraprese azioni molto mirate, che non possono essere rese pubbliche per non minare tali sforzi – ha aggiunto – tuttavia, le iniziative sono portate avanti a vari livelli, non solo a livello diplomatico. Credo che le prossime 24 ore saranno decisive”. Christoulides ha evidenziato anche che il governo ha ricevuto chiamate rassicuranti da parte di altre aziende energetiche attive nella Zona economica esclusiva di Cipro: “Hanno espresso la loro fiducia nella Zona economica esclusiva e procederanno normalmente, senza essere influenzate in alcun modo da ciò che sta accadendo in questo momento”. “La cosa più importante ora è che la nave raggiunga la propria destinazione e inizi le perforazioni”, ha concluso il portavoce, che dal 1 marzo assumerà la carica di ministro degli Esteri. Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ammonito le “aziende straniere che operano nelle acque di Cipro di non superare i limiti”. L’Eni ha detto nei giorni scorsi che alla nave Saipem è stato ordinato di fermarsi da navi turche per “attività militari nella zona di esplorazione”.

LA MOSSA DELL’ITALIA E DELL’UE

Anche l’Italia “ha aperto tutti i canali diplomatici con la Turchia” per arrivare “a una soluzione condivisa, speriamo in tempi brevi”, ha spiegato da Bruxelles la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, giungendo a una riunione Nato. Dietro le quinte si sta muovendo la diplomazia europea e pure l’Onu si preoccupa per il pericolo di un’escalation tra Grecia e Turchia, dopo lo speronamento di una motovedetta ellenica da parte di un’altra di Ankara. Domani la Rappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu per Cipro, Elizabeth Spehar, vedra’ a Nicosia il presidente cipriota, Nicos Anastasiades. Intanto la nave di perforazione Saipem 12000 resta bloccata al largo di Cipro dal blocco della Marina turca. Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha criticato Ankara dicendosi “assolutamente contrario” ai suoi comportamenti. La Russia, alleata della Turchia nel risiko geoenergetico, ha fatto sapere che segue “con preoccupazione lo sviluppo della situazione nella zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro” e ha invitato tutte le parti a evitare azioni che possano portare a “un’ulteriore escalation”. Il ministero degli Esteri di Mosca ha auspicato che “gli Stati interessati agiscano in conformita’ con le norme del diritto internazionale” ricercando solo “mezzi esclusivamente pacifici per risolvere i loro contrasti”. Dopo lo speronamento di una motovedetta greca ancorata davanti all’isoletta contesa di Imia (Kardak per i turchi), martedi’, Ankara ha fatto sapere che costruira’ un approdo e una torre di osservazione per controllare i movimenti greci. L’approdo e la torre saranno posizionati a un miglio di distanza dal tanto conteso scoglio, in risposta alla costruzione di una torretta che le autorita’ greche hanno predisposto sull’isola di Kalolimnos, a 2 miglia da Kardak. I problemi nascono nel 1996, quando un mercantile turco si areno’ sugli scogli dell’isola. L’intervento dei soccorsi da entrambe le parti fece scattare la disputa territoriale, con i greci che piantarono una bandiera sull’isolotto. Gesto non gradito dai turchi, che non esitarono a far partire gli incrociatori da Smirne per contrastare i militari greci in arrivo dal porto dal Pireo.

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