Boccia è il nuovo presidente di Confindustria, vittoria sul filo di lana
E’ SPACCATURA Affondo di Montezemolo: persa occasione. Squinzi: vince democrazia
Vincenzo Boccia è il nuovo presidente di Confindustria. Una manciata di voti, nove per la precisione, hanno consentito all’imprenditore salernitano, ex leader della Piccola Industria, di battere con 100 voti il rivale Alberto Vacchi che ne ha ottenuti 91. La battaglia si è giocata, come nelle previsioni, fino all’ultimo voto ed ora qualcuno evoca lo spettro della “spaccatura”. Già nel 2012, però, solo 11 voti di differenza permisero a Giorgio Squinzi di vincere la competizione con Alberto Bombassei. Allora gli industriali seppero subito ricompattarsi. Per questo ha stupito l’affondo, senza precedenti nella lunga storia confindustriale, del past president Luca Cordero di Montezemolo: “Dispiace molto vedere una Confindustria così spaccata e questo deve essere un motivo di profondo rammarico per il presidente uscente. Si è persa l’unica occasione di un vero cambiamento”. Decisamente opposto il commento di Squinzi che ha gettato acqua sul fuoco: “L’esito è stato incerto fino all’ultimo ma ha vinto decisamente la democrazia. Spero che aldilà dell’apparente spaccatura, si possa ricomporre immediatamente l’unità”. Anche il past president Luigi Abete ha minimizzato: “Non c’è nessuna Confindustria spaccata, qualche volta Montezemolo ha interpretazioni molto soggettive”. “Le complessità che abbiamo di fronte non ci permettono il lusso di litigare all’interno”, ha osservato Boccia in un breve saluto ai giornalisti.
“Confindustria – ha aggiunto – riuscirà a costruire un percorso nei valori dell’indentità e del cambiamento”. Dichiarazioni all’insegna del fair play anche dal candidato sconfitto: “Bisogna evitare che ci si divida, che ci sia una spaccatura” ma ora occorre lavorare per “una squadra molto forte perché le sfide del prossimo futuro non saranno banali. Confindustria deve un po’ cambiare all’interno perché – ha poi aggiunto – perde appeal”. I sostenitori di Vacchi, la potente Assolombarda in primis, chiedevano un forte rinnovamento e vedevano in Boccia, sostenuto dalla Piccola Industria, dai giovani e dal past president Emma Marcegaglia, l’uomo della continuità. La loro linea non è passata e la sconfitta, seppure per pochi voti, è stata netta. Ora due prove del fuoco attendono il vincitore. Il 28 aprile si sottoporrà nuovamente al voto dei 198 membri del Consiglio chiamati ad esprimersi sulla squadra di presidenza. Sei le poltrone da vicepresidente, una panchina corta come stabilito dalle nuove regole introdotte dalla riforma Pesenti. Infine il 25 maggio l’assemblea dovrà eleggere il nuovo presidente. I voti dei 1.400 delegati non si conteggiano per testa ma per peso associativo. Ad oggi, nella lunga storia confindustriale, l’assemblea si è limitata a ratificare la decisione del Consiglio generale che ha sostituito la vecchia Giunta.