Quota 100 porta ad un aumento di 100 miliardi del debito pensionistico. Il presidente dell’Inps Tito Boeri, con cifre alla mano, si presenta così davanti alla Commissione Lavoro della Camera. “Uscite consentite con un minimo di 38 anni di contributi e 62 di eta’ oppure abolendo l’indicizzazione alla speranza di vita dei requisiti contributivi minimi per la pensione anticipata (a tutte le eta’) portano ad un incremento nell’ordine di 100 miliardi del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future e, gia’ nel 2021 a un incremento ulteriore (oltre la famosa gobba) di circa un punto di Pil della spesa pensionistica”.
“Se lo spirito che anima le proposte qui presentate – ha aggiunto Boeri, riferendosi alle proposte di legge Meloni e D’Uva – e’ quello di correggere per quanto possibile le iniquita’ piu’ stridenti ereditate da chi in passato ha costruito il consenso concedendo privilegi a categorie di elettori, questo stesso principio deve essere applicato anche in avanti, pensando alle generazioni future. Oggi si e’ parlato di privilegi. Non vorremmo che un domani qualcuno dovesse considerare il fatto stesso di percepire una pensione come un privilegio”.
Boeri ha spiegato nell’audizione che solo nel 2019 l’introduzione di quota 100 potrebbe interessare circa 4.700 persone con pensioni di importo superiore a 90.000 euro annui. Queste persone sarebbero pero’ soggette alla correzione attuariale nel caso in cui il ddl 1071 sulle pensioni d’oro diventasse legge dello Stato. “In altre parole – ha concluso – questi lavoratori, da un lato verrebbero spinti al pensionamento (a volte anche involontariamente) e, dall’altro, si vedrebbero, di li’ a poco tempo, tagliare le pensioni loro appena concesse”.
Sbotta il ministro dell’Interno. “Da italiano invito il dottor Boeri, che anche oggi difende la sua amata legge Fornero, a dimettersi dalla presidenza dell’Inps e a presentarsi alle prossime elezioni chiedendo il voto per mandare la gente in pensione a 80 anni – ha tuonato Matteo Salvini . Piu’ alcuni professoroni mi chiedono di non toccare la legge Fornero, piu’ mi convinco che il diritto alla pensione per centinaia di migliaia di italiani (che significa diritto al lavoro per centinaia di migliaia di giovani) sia uno dei meriti piu’ grandi di questo governo”.
Per Mara Carfagna, ”L’Inps con Tito Boeri conferma che ‘quota cento’, così come concepita dal governo, è una misura che penalizza fortemente le donne, oltre che i giovani. Aggiungiamo che sfavorisce più che altrove le lavoratrici del Sud Italia”. Secondo il capogruppo alla Camera di Fi, “nel Mezzogiorno è rarissimo trovare una donna che a 62 anni possa già vantare 38 anni di contributi, fatto salvo qualche micro-settore del pubblico impiego”. Da qui la proposta di Fi. “Proporremo un correttivo come emendamento alla Manovra – ha spiegato Carfagna – uno sconto contributivo di un anno per ogni figlio, pur mantenendo fermo il limite dei 62 anni”. Una misura, che secondo l’esponente azzurra, “esiste in altri Paesi europei e non costituisce un beneficio o un vantaggio economico, dunque, ma il riconoscimento della maternità e del lavoro di cura svolto dalle donne”.
Per Debora Serracchiani (Pd), tutto ciò “ancora una volta pesera’ sui giovani e soprattutto pesera’ sulle donne: 9 su 10 di coloro che andranno in pensione con quota 100 saranno uomini, con uno stipendio medio alto, mentre le donne continueranno ad avere tagli pensionistici ed ovviamente ad avere svantaggi”. In campo anche il sindacato. A commentare l’audizione di Boeri, il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, secondo il quale “è necessaria e urgente una vera riforma previdenziale che superi l’impianto della legge Fornero’. Quota 100 potrebbe rappresentare un’ipotesi interessante ma sarebbe del tutto insufficiente per le donne, il Mezzogiorno, il lavoro povero e discontinuo dei giovani e del lavoro piu’ pesante e gravoso”.