La Bolivia si conferma un vero paradiso paleontologico per lo studio dei dinosauri. La scoperta nel luglio scorso a Maragua, nella parte centrale del paese, della possibile impronta di oltre un metro di un abelisauro che vagava famelico in quelle contrade un’ottantina di milioni di anni fa, è solo l’ultima di una serie che indica lo Stato sudamericano come una vera cassaforte temporale per i ricercatori.
L’Abelisaurus comahuensis era un grande dinosauro carnivoro vissuto nel Cretaceo in Sudamerica il cui nome tradotto suona come “lucertola di Abel”, in onore di Roberto Abel, lo scopritore della specie nella regione argentina di Comahue. Secondo gli studiosi, l’impronta di 1,15 metri fornisce la misura di un esemplare enorme e non è una sorpresa dato che questo tipo di lucertoloni caduti nel pentolone degli anabolizzanti arrivavano a 15 metri di altezza, un edificio di cinque piani. Il suo habitat, nell’odierno dipartimento boliviano di Chuquisaca, all’epoca era una regione costiera dal clima tropicale.