Bomba contro militari italiani in Iraq, 5 feriti. Uno di loro ha perso una gamba

Tra due giorni ricorre il 16esimo anniversario dell’attentato di Nassiriya che provocò 28 morti, 19 italiani. Procura di Roma ha aperto fascicolo per terrorismo e lesioni

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A due giorni dall’anniversario della strage di Nassirya, il terrorismo islamico torna a colpire in Iraq dove cinque militari italiani sono rimasti feriti. Tre dei cinque soldati versano in condizioni gravi ma non sono in pericolo di vita mentre uno ha subito l’amputazione di una gamba. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di terrorismo e lesioni gravissime. Secondo quanto si è appreso le indagini sul posto saranno seguite dal Ros dei carabinieri. Gli accertamenti sono coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal pm Sergio Colaiocco.

I cinque militari coinvolti dall`esplosione sono stati prontamente soccorsi – prosegue lo Stato Maggiore della Difesa – evacuati con elicotteri USA facenti parte della coalizione e trasportati in un ospedale Role 3 dove stanno ricevendo le cure del caso”, aggiungendo che le famiglie dei militari sono state informate. Tra pochi giorni, due per l’esattezza, ricorre il sedicesimo anniversario dell’attentato di Nassiriya (12 nov 2003), che provocò 28 morti, diciannove italiani e nove iracheni. Intanto, a Procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di terrorismo e lesioni gravissime. Secondo quanto si è appreso le indagini sul posto saranno seguite dal Ros dei carabinieri. Gli accertamenti sono coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal pm Sergio Colaiocco. L’attentato è avvenuto intorno a mezzogiorno ora locale (le 10 italiane) nelle vicinanze di Kirkuk, provincia ricca di petrolio contesa tra le autorità di Baghdad ed Erbil situata nella parte settentrionale del paese. Si tratta in particolare di due incursori del Nono Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” (Esercito) e tre del Gruppo Operativo Incursori (Marina).

Gli attacchi alle pattuglie e ai civili sono frequenti in questa zona dell’Iraq. Lo scorso 22 ottobre, ad esempio, almeno due persone hanno perso la vita nell’esplosione di un ordigno artigianale nel distretto di Hawija, ex roccaforte dell’autoproclamato Stato islamico. Dopo la sconfitta militare del sedicente “califfato”, annunciata ufficialmente il 9 dicembre 2017 dal governo di Baghdad, permangono alcune cellule dell’organizzazione terroristica in diverse zone dell’Iraq, prevalentemente nelle regioni a forte incidenza sunnita. Da mesi, inoltre, i residenti di Kirkuk denunciano estorsioni nei confronti degli agricoltori da parte dei militanti dello Stato islamico, che minacciano d’incendiare i campi di grano e chiedono il pagamento di imposte. La situazione di sicurezza nella zona si è fortemente deteriorata dopo che, a seguito del contestato referendum sull’indipendenza curda del settembre 2017, le forze irachene, appoggiate dalle milizie sciite della Mobilitazione popolare, hanno costretto i combattenti curdi peshmerga a ritirarsi da tutte le aree oggetto di una contesa.

La presenza di militanti dello Stato islamico nella zona è confermata, del resto, dagli stessi annunci delle forze irachene. Lo scorso primo novembre, le unità della Mobilitazione popolare hanno annunciato l’uccisione di tre uomini dello Stato islamico in un’imboscata a sud-ovest di Kirkuk, nel nord del paese. “Uomini della 16ma Brigata delle Pmu hanno teso un agguato a operativi dello Stato islamico nel villaggio di Tal al Jawl, uccidendo tre membri del gruppo jihadista”, si legge in un comunicato. L’operazione, si precisa, è stata condotta sulla base delle informazioni d’intelligence raccolte dalle stesse Pmu. La situazione in Iraq è molto tesa a causa delle proteste che da oltre un mese coinvolgono la capitale Baghdad e le province meridionali del paese. I servizi internet sono stati limitati dal governo per motivi di sicurezza e le comunicazioni con l’esterno risultano complicate.

Secondo quanto si legge sul sito del ministero della Difesa, l’Italia contribuisce alla Coalizione internazionale per il contrasto a Daesh attraverso l’operazione Prima Parthicam, che prevede un impiego massimo di 1.100 militari, 305 mezzi terrestri e 12 mezzi aerei. L’addestramento delle Forze di sicurezza curde (peshmerga) ed irachene si svolge principalmente nelle sedi di Erbil (Kurdistan) e Baghdad (Iraq). Ad Erbil l’attività viene svolta da personale dell’Esercito inquadrato nella Task Force Land, costituita a gennaio 2015 ed inquadrata nel Kurdistan Training Coordination Center, il cui comando è attribuito alternativamente per un semestre all’Italia e alla Germania, e ad esso contribuiscono nove nazioni, con propri addestratori (Italia, Germania, Olanda, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna, Ungheria, Slovenia e Turchia). L’Italia impiega al momento circa 350 militari, di cui 120 istruttori. I corsi che vengono svolti a favore dei peshmerga sono: formazione basica di fanteria; addestramento all’uso del sistema controcarro Folgore, addestramento all’uso dei mortai e dell’artiglieria, corso per tiratori scelti (snipering), primo soccorso, counter Ied.

A Baghdad e a Kirkuk sono presenti uomini delle Forze speciali (appartenenti a tutte le Forze Armate), che addestrano i militari iracheni del Counter Terrorism Service e le Forze speciali delle Forze di sicurezza curde. Dalla fine di giugno 2015, inoltre, è attiva nella capitale irakena la Police Task Force Iraq di circa 90 unità con il compito di addestrare gli agenti della Iraqi Federal Police destinati ad operare nei territori liberati, evitando il pericoloso vuoto di potere che segue la fase dei combattimenti. Inoltre, il Governo ha reso disponibile, nel Kurdistan iracheno, la Task Group “Griffon”, che opera a favore di personale della Coalizione con compiti di trasporto. La capacità operativa è assicurata da un task Group (TG) composto da n. 4 NH90 da trasporto, basato sul sedime di Ebril dove si trova la TF Land. In Kuwait opera la componente aerea della Task Force Air Kuwait che garantisce l’impiego sinergico e coordinato degli assetti di volo Kc 767A, Eurofighter e Predator. La TF soddisfa le esigenze di rifornimento in volo degli assetti della coalizione con il proprio KC 767A. Alla TFA Kuwait è affidato il compito di concorrere alla definizione della situation awareness della coalizione mediante l’impiego dei propri assetti Intelligence, Surveillance and Reconnaissance Eurofighter e Predator.