Parlare di congresso alla vigilia delle elezioni è “ozioso”, è un tema che appassiona chi punta a “spolpare il Pd”, cioè Giuseppe Conte da un lato e Matteo Renzi dall’altro, ma “rimarranno delusi”. Enrico Borghi, della segreteria Pd, risponde così ad Askanews quando gli viene chiesto di commentare il dibattito di questi giorni, con il leader M5s che immagina di riaprire il dialogo con i democratici ma “in un contesto diverso” e a patto che “non si parli più di agenda Draghi, che finisca questa vedovanza”, e con Matteo Renzi che pronostica le dimissioni di Enrico Letta il giorno dopo le elezioni.
“E’ oziosa la discussione sul congresso ancora prima che gli italiani abbiano votato”, dice Borghi. “E’ un gioco di società. E’ stata una campagna elettorale piuttosto singolare perché hanno parlato di congresso del Pd Conte da una parte e Renzi dall’altra. Un fuoco concentrico, che risponde ad una convergenza anche singolare, dopo tanti anni D’Alema e Renzi tornano ad andare a braccetto, con un obiettivo esplicito: far saltare il Pd”.
Continua Borghi: “Conte, su ispirazione dalemiana, ha tentato di trasformare M5s a fare il Melenchon italiano. E’ passato dall’essere il devoto di padre Pio con la pochette, al descamisado oggi di sinistra e domani chissà”. Al tempo stesso “Renzi non fa che dire che lui vuole fare come Macron (che ha prosciugato il Partito socialista francese, ndr). Io credo che questa loro doppia tenaglia sarà sconfitta domenica dal voto. Gli italiani non accetteranno un tentativo di ritorno al passato”.
Il dirigente democratico ricorda: “Il Pd è nato per essere una forza di centrosinistra di governo che archiviasse sia il massimalismo di una certa sinistra sempre pronta a stare all’opposizione, sia il trasformismo furbesco di un certo centro pronto ad allearsi con la destra o con la sinistra pur di restare a galla. Renzi e Calenda sono pronti a correre in soccorso all’eventuale vincitrice azzoppata. E’ bene che gli italiani lo sappiano. Chi vota terzo polo oggi vota chi è pronto a correre in soccorso del governo meloni. E Conte è una finzione totale, ha scritto i decreti sicurezza con Salvini e oggi pensa di essere il nuovo leader del proletariato”. Conclude Borghi: “Il congresso lo faremo quando previsto, chi immagina che l’esperienza Pd sia da archiviare rimarrà deluso. Come non cadremo nella trappola di dividerci sulle alleanze. Sarà il Pd, con la propria forza, a determinare un percorso alternativo alla destra. Chi pensa di smembrarci o di spolparci rimarrà deluso”.