E’ un grande sostenitore dell’uscita dell’Italia dall’euro, il deputato della Lega, Claudio Borghi. Teoria da anni sbandierata personalmente dal presidente della Commissione Bilancio in tutte le salse, a volte generando forti reverberi arrivati anche a Bruxelles, scuotendo i mercati. E che ora, invece, pensa “che si faccia confusione” in quanto “da sempre ritengo che l’euro sia una cosa dannosissima, ma l’uscita dalla moneta unica non può essere una cosa unilaterale”.
Onorevole, di certo Matteo Salvini ha fatto dietrofront sul “no-euro”, prendendo le distanze dall’uscita dell’Italia dalla moneta unica.
“Salvini non ha preso le distanze dal ‘no-euro’. Salvini dice quello che abbiamo detto centomila volte, solo che c’è l’interesse da parte di qualcuno di rimestare un dibattito inesistente”.
Mi scusi, ma il suo segretario della Lega ha dichiarato in un’intervista che “l’Euro è irreversibile”, più chiaro di così…
“Sì, ma bisogna vedere se quello che è stato scritto è vero. Mi creda, mi trovo in una posizione fastidiosa perché se una si inventa delle cose tu li smentisci, li smentisci e poi ci fanno il titolo bis, “Salvini, l’Euro è irreversibile…”. La prego, è inutile alimentare il dibattito”.
Bene, la sua posizione sull’euro è sempre quella di abolirlo?
“La mia posizione che poi è di tutta la Lega e che abbiamo fatto informazione sui danni della moneta unica prima di tutti gli altri. Abbiamo tuttavia sempre detto che azioni unilaterali sono da evitare. Se ci saranno progetti condivisi con altri Paesi per cambiare la politica monetaria dell’eurozona li consideriamo con interesse e in ogni caso saremo pronti a difendere gli interessi degli italiani in caso di attacchi finanziari. Non possiamo certo vivere con la minaccia costante dello spread che abbiamo visto essere un valore che dipende dalle azioni della Bce e non dalle scelte governative”.
Ha sempre sostenuto che l’euro è una moneta disegnata su misura per la Germania e multinazionali.
“Certo, la storia non può essere riscritta. Ma ora anche la stessa Germania sta capendo che c’è qualcosa che non va, non stanno gradendo neanche loro, che stanno avendo perdite miliardarie per rendimenti garantiti e tassi sotto zero. Insomma, dobbiamo dire che prima o poi, gli squilibri della moneta, che porta disoccupazione e tassi troppo bassi in Germania, vengono al nodo, come sta succedendo”.