Il primo ministro francese Elisabeth Borne ha rassegnato oggi le dimissioni, dopo un incontro con Emmanuel Macron all’Eliseo. Il presidente ha accettato la decisione del capo del governo, che ha trascorso venti mesi a Matignon. Fonti qualificate hanno detto all’Afp che Macron nominerà il nuovo primo ministro domani mattina. Il favorito sarebbe l’attuale ministro dell’Istruzione, Gabriel Attal, che secondo un sondaggio Odoxa-Backbone Consulting per Le Figaro godrebbe anche dei favori dei francesi.
Il 36% dei cittadini sarebbe infatti favorevole alla nomina a primo ministro del 34enne macronista (5 punti percentuali in più di Bruno Le Maire). Le dimissioni di Borne, che resta in carica per gli affari correnti fino alla scelta del suo successore, non arrivano inattese e giungono poche settimane dopo l`adozione della legge sull`immigrazione, che aveva spaccato il campo presidenziale. Macron ha ringraziato su X il primo ministro per “il lavoro al servizio della Nazione”, che – ha detto – “è stato esemplare ogni giorno”. “Hai realizzato il nostro progetto con il coraggio, l’impegno e la determinazione delle donne di Stato. Grazie di tutto cuore”, ha aggiunto il presidente.
La lettera di dimissioni
Nella sua lettera di dimissioni, Borne ha sottolineato quanto sia “più necessario che mai portare avanti le riforme” in Francia. “Mentre devo presentare le dimissioni del mio governo, volevo dirvi quanto mi sia appassionata a questa missione, guidata dalla costante preoccupazione, che condividiamo, di ottenere risultati rapidi e tangibili per i nostri concittadini”, ha spiegato Borne, rilevando la “volontà” del capo dello Stato di “nominare un nuovo primo ministro”. Quindi, ha sottolineato che “si era prefissata l’adozione, in condizioni senza precedenti in Parlamento, dei testi finanziari, della riforma delle pensioni, della legge sull`immigrazione e di oltre cinquanta leggi che rispondono alle sfide” della Francia e “alle preoccupazioni dei francesi”.
Mathilde Panot ha annunciato che il partito La France Insoumise presenterà una mozione di sfiducia all’Assemblea contro il prossimo governo – non ancora nominato – se Macron non cercherà la fiducia del Parlamento. Una richiesta, quella del passaggio parlamentare, avanzata anche da Jean-Luc Mélenchon. Il prossimo primo ministro deve chiedere un “voto di fiducia all’Assemblea nazionale”, ha scritto su X. “Altrimenti mozione di sfiducia e sapremo chi è l’opposizione”, ha aggiunto in serata. “Siamo ancora una democrazia parlamentare? È così in TUTTE le democrazie”.